SuperDì e IperDì, crisi infinita: dipendenti senza paga in presidio

Protesta e incontro al Mise

Protesta lavoratori SuperDì

Protesta lavoratori SuperDì

Monza, 26 ottobre 2018 - Lavoratori senza stipendio da luglio, ancora nessuna risposta sul loro futuro. Supermercati chiusi e trattative che, se non sono sfumate, procedono con estrema lentezza. Oggi, alle 9.30, i dipendenti della storica catena di discount IperDì e SuperDì si riuniranno in presidio davanti alla sede di Federdistribuzione in via Albrici, l’associazione di categoria di cui fa parte la società in crisi. «Chiediamo che Federdistribuzione si dia una mossa», spiega Stefano Galli, segretario della Fisascat Cisl Lombardia, che domani sarà in piazza assieme ai sindacalisti di Cgil e Uil.

«Vogliamo risposte chiare per i lavoratori - prosegue - perché così non si riesce ad andare avanti». Intanto mercoledì prossimo è stato fissato un incontro al ministero dello Sviluppo economico, durante il quale i sindacati chiederanno la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori. «La società dice che le trattative per la cessione dei punti vendita sono ancora in corso - sottolinea Galli - ma i lavoratori devono essere pagati, perché finora hanno ricevuto solo un acconto del 40% dello stipendio di luglio».

Lavoratori che sono in aspettativa retribuita, mentre i punti vendita in Lombardia (a Milano sono in viale Molise, via Ornato e via Maffucci) sono chiusi da settimane. Un triste epilogo per il gruppo che fa capo alla famiglia Franchini e ha mosso i primi passi nel 1994, espandendosi con l’apertura di una quarantina di filiali anche in Piemonte e Liguria. Gruppo che sembra avviato sul viale del tramonto, con il futuro di un migliaio di lavoratori ancora in bilico. Una perdita di liquidità, difficoltà nel pagamento dei fornitori e dei dipendenti, scaffali senza merce e, infine, le chiusure di agosto giustificate ufficialmente con ferie e attività di ristrutturazione. L’unico punto certo è la cessione, già avvenuta, di alcuni punti vendita al Gigante.