
Una coltivazione di riso
«L’Unione Europea deve introdurre un’efficace clausola di salvaguardia per fermare l’invasione di prodotto straniero e tutelare i produttori nazionali dalla concorrenza sleale, nel rispetto del principio di reciprocità". Con le importazioni di riso dalla Cambogia che sono raddoppiate (+104%) nell’ultima campagna, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia hanno lanciato questo appello in una lettera indirizzata al ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e al ministro dell’agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, in vista della discussione al Coreper (Comitato di preparazione dei lavori del Consiglio Ue) sul Sistema di preferenze generali (Spg) sotto la presidenza belga.
«Coldiretti e Filiera Italia hanno chiesto di modificare la proposta della Commissione Ue – spiega Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia – introducendo, come richiesto dal Parlamento, l’attivazione automatica di una clausola di salvaguardia se le importazioni da un Paese superano una soglia in termini di quantità, evitando quello che sarebbe un vero e proprio dumping ai danni degli agricoltori italiani, con arrivi incontrollati di prodotto straniero senza alcun sistema di difesa. Oltre il 60% del riso importato dall’Italia è a dazio agevolato". L’obiettivo è tutelare non solo la filiera, ma anche i consumatori da prodotti con standard ambientali e qualitativi ben al di sotto delle produzioni europee e italiane.
Ad esempio nei campi di riso dei Paesi asiatici viene usato il triciclazolo, un potente pesticida vietato invece nell’Unione Europea. Da salvare ci sono oltre 10mila famiglie, fra dipendenti e imprenditori, impegnati nella filiera produttiva che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. L’Italia garantisce, infatti, oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con 9 risaie su 10 concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte.
"In particolare - aggiunge Coldiretti - in Lombardia si trova il 40% del totale delle risaie italiane, con Pavia prima provincia risicola d’Europa". Sono 200 le varietà iscritte nel registro nazionale, dal vero Carnaroli, con elevato contenuto di amido e consistenza, il "re dei risi", all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come "Indicazione geografica protetta", passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.