La sfida vincente di Fimer: puntare tutto sulla sostenibilità

Da piccola ditta familiare a gruppo globale leader nella produzione di inverter e colonnine elettriche

Migration

Vimercate (Monza e Brianza) - Hanno puntato sulla transizione ecologica ben prima che fosse necessario per dare un futuro al business e da piccola azienda di famiglia sono diventati una multinazionale presente in tutto il mondo. É la storia di Fimer, fondata come saldatura nel 1942 in Brianza e che oggi produce inverter per impianti fotovoltaici e colonnine elettriche di ricarica. Al timone Filippo Carzaniga, 39 anni, terza generazione di imprenditori, presidente del gruppo nato "alla Steve Jobs" nel garage di suo nonno, Arturo Sottocorno. Ma lo scenario muta e "in un mondo dove si incolla sempre di più e si salda sempre meno" gli affari, negli anni ’80, si aprono al campo degli impianti solari, dei quali oggi il marchio con quartiere generale a Vimercate è quarto produttore globale. Il salto sullo scacchiere internazionale è nel 2020, grazie all’acquisizione di un ramo del colosso Abb. Quattro anni fa è nato lo sviluppo della mobilità elettrica per il residenziale e per le aziende.

La saldatura ormai è un ricordo, "siamo completamente convertiti alla sostenibilità". La società impiega 1.200 dipendenti e raggiunge 380 milioni di fatturato l’anno. "Oggi senza Tesla non parleremmo di auto elettriche: lavoriamo anche grazie a loro. Se le tendenze resistono due anni, diventano un mercato – dice Carzaniga – Ed è esattamente quel che è successo a noi. Nella fase d’avvio, quando il cambiamento è ancora prima di tutto culturale, è normale e utile che le istituzioni lo sostengano con un quadro normativo e un sistema di incentivi, ma esaurita questa prima spinta le imprese devono camminare sulle proprie gambe". La ricetta di Fimer per battere la concorrenza è il contrario di quella che altri seguono: nessuna esternalizzazione. La costruzione di tutte le componenti avviene direttamente in casa e i bassi consumi energetici "permettono ai nostri prodotti di essere competitivi" senza ricorrere alla tentazione di delocalizzare. "Vince la responsabilità nei confronti della comunità". Gli inverter e le colonnine elettriche presenti in 26 paesi nascono nei laboratori a forma di astronave a cento metri dallo storico sito di Ibm, da dove uscì l’As 400, il calcolatore che digitalizzò l’industria nel 1988. Il distretto tecnologico brianzolo cambia pelle, ma continua a dare i suoi frutti.