Consumi, in Lombardia inizio d’anno da dimenticare. A gennaio scontrini in picchiata: -7,4% degli incassi

Il valore medio delle spese è in caduta libera rispetto a un anno fa. Le province con l’andamento peggiore: Pavia, Mantova, Como e Monza e Brianza

I saldi non hanno sortito l'effetto desiderato

I saldi non hanno sortito l'effetto desiderato

Milano – Per la Lombardia è stato il gennaio nero dei consumi, crollati di oltre 7 punti percentuali rispetto a inizio 2023, primo periodo senza restrizioni pandemiche. Il paracadute dei saldi non si è aperto come gli operatori del commercio si aspettavano. Ma se la frenata del valore degli scontrini ha interessato tutto il Paese, con una flessione del 2,1%, in Lombardia l’arresto è stato più violento nei numeri e nelle proporzioni: -7,4%, più del doppio della media nazionale, e terzultima peggior regione davanti solo a Molise (-7,8%) e Basilicata (-12,1%).

Secondo l’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala sull’andamento dei consumi, nessuna provincia è stata risparmiata dal tracollo. Lecco (-0,8%) e Varese (-1,4%) sono gli unici due territori ad aver contenuto i danni, con valori inferiori allo scenario nazionale. Poi, da Bergamo a Monza, è stato un mese da dimenticare. I due capoluoghi di provincia che l’anno scorso hanno ospitato gli eventi della Capitale italiana della cultura - Bergamo e Brescia - hanno bruciato il 4,5% e il 5,7%, Sondrio il 7%. Cremona (-7,4%) e Milano (-7,5%) hanno perso quanto la media regionale, mentre negli altri poli commerciali i risultati sono stati peggiori: -8,3% Pavia, -8,9% Mantova, -11,1% Como, -11,4% Monza e Brianza.

La contrazione del valore dei consumi ha interessato tutti i principali settori merceologici. L’Osservatorio ha analizzato in particolare il trend di abbigliamento e accessori di moda e della ristorazione. Quest’ultimo, in particolare, nell’ultimo anno aveva trainato l’economia anche nei periodi in cui la curva delle spese aveva iniziato a scendere. Ma a gennaio si è fermato: -1,7% a livello nazionale. Per l’abbigliamento, invece, il dato negativo è una conferma delle difficoltà di un comparto che fatica ad avvicinarsi ai numeri del pre-Covid: nel primo mese dell’anno ha lasciato ulteriore terreno (-2,4%) pagando più di altri l’andamento negativo dei saldi.