Colf e badanti, più assunzioni Ma il 40% lavora ancora in nero

In Lombardia la spesa annua delle famiglie per la retribuzione dei dipendenti domestic i stata di 1,7 miliardi Nelle case il 6,7% in più di personale con contratto regolare. Record a Milano, Brescia e Bergamo

BRESCIA

Federica Pacella

Quasi 4 miliardi di euro : a tanto ammonta l’impatto economico del lavoro domestico sul Pil regionale in Lombardia, la quota maggiore tra le regioni rispetto ai 17,6 miliardi registrati in totale in Italia. I conti li ha fatti l’Osservatorio Nazionale Domina, che nel rapporto 2022 sul lavoro domestico ha analizzato la banca dati fornita in esclusiva dall’Inps, relativamente al 2021. Per quanto riguarda la Lombardia, sono quasi 380mila i residenti coinvolti nel lavoro domestico: 184.806 sono i lavoratori domestici assunti regolarmente nel 2021, in crescita del 4,2% rispetto al 2020, mentre 194.754 sono le famiglie datori di lavoro domestico, +6,7% rispetto al 2020. L’aumento va letto alla luce anche della sanatoria 2020 che, seppur ancora in corso, ha portato a far emergere alcune migliaia di rapporti di lavoro. Il tema del lavoro irregolare resta, in effetti, uno dei nodi.

Secondo l’Istat , il lavoro domestico è nettamente al comando della classifica dei settori per tasso di irregolarità: 52,3% a livello nazionale, rispetto a un tasso generale di irregolarità del 12%. "Le regioni del Nord – spiega Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico – sono quelle in cui c’è maggiore lavoro regolare, per cui il tasso di irregolarità per la Lombardia si aggira attorno al 30-40% rispetto alla media nazionale". Anche sul fronte economico resta una quota di sommerso che non viene registrato nei dati ufficiali. Per quanto riguarda la Lombardia, le famiglie nel 2021 hanno speso circa 1,7 miliardi di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, Tfr), in crescita rispetto a 1,4 miliardi del 2017, con un valore aggiunto prodotto di circa 4miliardi. Il Rapporto sottolinea, quindi, il ruolo fondamentale delle famiglie come attori di welfare, dato che il loro impegno come datori di lavoro si traduce in un risparmio per le casse pubbliche, che dovrebbe altrimenti farsi carico della spesa se gli anziani accuditi in casa venissero ricoverati in struttura. "Le famiglie dovranno sempre più rivolgersi a badanti – evidenzia Gasparrini – e, visto l’aumento dell’inflazione e gli aumenti retributivi del prossimo anno, è fondamentale che le istituzioni, sia nazionali che locali, individuino forme di accompagnamento, per sostenere spese in aumento".

Tra le province lombarde , Milano ha il record di presenze con 16,8 colf ogni 1000 abitanti e 11,4 badanti ogni 100 anziani sopra i 79 anni. Per la presenza di colf ogni 1000 abitanti segue Varese (8,2), Brescia e Mantova (8,1), mentre in valori assoluti sul podio, oltre a Milano, ci sono Brescia e Bergamo. Per quanto la presenza di badanti, Milano si conferma al primo posto con 11,4 ogni 100 anziani over 79 anni, seguita da Varese (9,1) e Como (8,9). In valori assoluti, le maggiori presenze si rilevano, invece, a Milano, Brescia e Bergamo.