Blocco dei licenziamenti e cassa integrazione: verso la proroga a giugno

Il ministro Orlando: per le piccole imprese la cig arriverà fino a ottobre. Per le grandi e medie il prossimo blocco dovrebbe essere l'ultimo

Andrea Orlando, 52 anni, ministro del Lavoro nel governo Draghi

Andrea Orlando, 52 anni, ministro del Lavoro nel governo Draghi

Milano - "Nessuno verrà lasciato solo ma accompagnato nella perdita di un lavoro ad uno nuovo". Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando questa mattina in un'intervista a Rai Radio1 parlando di ammortizzatori sociali e Reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda i primi, la cassa integrazione arriverà fino a giugno per tutti, insieme al blocco dei licenziamenti, e fino a ottobre per le piccole imprese che attualmente non hanno la tutela della cassa integrazione ordinaria. Orlando ha spiegato che la cig per i lavoratori che non hanno la cig ordinaria finirà quando gli ammortizzatori sociali saranno estesi a tutti: un lavoro che il ministero porta avanti con le parti sociali e pensa di concludere entro ottobre.

Sulla revisione del reddito di cittadinanza il ministro, pur riconoscendo che ha reso la crisi sociale pandemica meno grave, ha affermato che "vanno rivisti gli elementi che hanno creato distorsioni oltre a combattere chi non ha titolo per riceverlo".  "La platea va allargata a situazioni che attualmente non sono tutelate", ha aggiunto Orlando, e va rivisto come andrebbero rivisti tutti gli strumenti di supporto dopo un evento come la pandemia.

Il blocco dei licenziamenti

In merito al blocco dei licenziamenti, Orlandi aveva parlato ieri intervenendo alla commissione Lavoro del Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Il blocco, in vigore da un anno, sarà prorogato ancora rispetto alla scadenza del 31 marzo, e troverà spazio nel prossimo decreto Sostegno, con una nuova data che dovrebbe essere quella del 30 giugno e valere per tutti. Poi resterebbe soltanto per le imprese, le piccole, che attualmente non hanno la tutela della cig ordinaria, legandolo alla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive. "Andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti, che però nel caso dei lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo; per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali".

In sostanza, per le grandi e medie imprese il prossimo blocco dovrebbe essere l'ultimo. Mentre resta prioritaria la riforma degli ammortizzatori sociali in senso universale e di semplificazione, su cui è già in corso il confronto con le parti sociali, ricorda il ministro, che punti ad un "accesso più rapido" e a una "estensione della protezione", indipendentemente dal settore e dalla dimensione dell'impresa.

Il tema delle donne

C'è anche una questione di genere "molto grave": le donne, durante la pandemia, "risultano doppiamente discriminate sul mercato del lavoro". A gennaio, dalle comunicazioni obbligatorie del ministero, risultano "oltre 100mila posizioni lavorative in meno occupate da donne rispetto a quelle occupate da uomini": è l'effetto, sottolinea, di "accresciute difficoltà di conciliazione con i carichi familiari". Di certo, lo stato di emergenza "non consente di abbandonare il ricorso a strumenti eccezionali", rimarca il ministro sottolineando che gli "strumenti straordinari" messi in campo dal governo precedente hanno consentito "in un anno drammatico una tenuta non scontata" del mercato del lavoro.