JESSICA MULLER CASTAGLIUOLO
Economia

Bonduelle, la svolta nel piatto: crescono i vegetariani flessibili. Che cos’è il flexitarianesimo

Presentato il nuovo logo del gruppo francese che in Italia vanta 420 dipendenti e 2 stabilimenti: "Guardiamo a benessere e sostenibilità"

Stabilimento Bonduelle di Bergamo

Stabilimento Bonduelle di Bergamo

Milano – Un marchi , quattro scaffali diversi. Bonduelle è presente nei supermercati italiani con i freschi, i piatti pronti, le conserve e i surgelati, con quote di mercato che si aggirano dal 4 al 10 per cento.

L’azienda ha svelato a Milano la nuova brand image, la quale, come spiega Federico Odella, amministratore delegato di Bonduelle Italia, "rappresenta anche una nuova visual identity: vogliamo aprirci di più ai nostri consumatori perché siamo conosciuti per i prodotti, ma ancora poco per l’azienda. Il passo in più che vogliamo fare è raccontare quello che c’è dietro". Azienda francese – fondata a Marquette-lez-Lille nel 1853 a partire da una distilleria di cereali e ginepro – è guidata dalla famiglia Bonduelle da sette generazioni. Oggi è presente in oltre 100 paesi e in Italia da 52 anni, dove conta 420 dipendenti e 2 stabilimenti: Bergamo e Battipaglia.

“L’Italia rappresenta il 10 per cento del fatturato del Gruppo ed è un incubatore per nuovi prodotti e per testare nuove tendenze di consumo". Tra queste, prende piede il flexitarianesimo, al quale si convertono i cosiddetti “vegetariani flessibili“, vale a dire coloro che scelgono di consumare carne e proteine animali solo sporadicamente. Da un’indagine che Ipsos Italia ha condotto per Bonduelle emerge che la tendenza coinvolge una fetta significativa della popolazione: 2 italiani su 3. "Tra questi i flexitariani consapevoli e continuativi sono il 12 per cento, il 30 per cento sono flexitariani consapevoli ma saltuari e il 23 per cento dichiara di aver ridotto il consumo di carne. Se si considerano, oltre ai flexitariani, anche i vegani, vegetariani e pescetariani, il 69 per cento dei consumatori italiani ha ridotto il consumo di proteine animali. Solo il 31 per cento, infatti, non ha intenzione di cambiare la propria alimentazione", spiega Nicola Neri, country manager di Ipsos Italia.

A guidare questo cambiamento c’è la salute, ma anche le ragioni economiche. Solo all’ultimo posto la sostenibilità ambientale. In ogni caso, la tendenza si sposa con la mission dell’azienda francese, che, come spiega Maxime Bonduelle, general manager Bell South Europe, "ha scelto da molti anni di concentrarsi solo sui prodotti vegetali utilizzando diverse tecnologie. Una specificità che contraddistingue Bonduelle fin dal 1926, quando abbiamo cominciato con le verdure in lattina, per poi evolversi negli anni ‘60 con i prodotti surgelati e, più recentemente, puntando anche sul fresco". In Italia l’azienda è stata la prima realtà europea del Gruppo ad ottenere la certificazione B Corp, e con la Fondazione Luois Bonduelle porta avanti progetti di sensibilizzazione sull’importanza di una corretta nutrizione e contrastare lo spreco alimentare.

Ma è davvero possibile coniugare la sostenibilità nutrizionale a quella ambientale? "Mi immagino un’agricoltura sempre più attenta all’ambiente: è un tema inevitabile, ma implica sforzi non semplici da parte degli agricoltori. Credo che l’industria debba accompagnarli in questo cambiamento. Il valore deve essere condiviso tra le parti, per trovare un punto comune dal quale partire per affrontare le sfide climatiche che ci aspettano", conclude Odella.