Bitcoin, il valore crolla ai minimi. Perché? Le quotazioni e il ruolo della Russia

Dai massimi di inizio novembre il calo è stato del 40%. La caduta delle criptovalute è costata circa 140 miliardi di capitalizzazione

Bitcoin

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Milano, 21 gennaio 2022 - Con i Bitcoin ormai è come stare sulle montagne russe (non a caso, russe in questa situzione). A periodi record si susseguono crolli generalmente determinati dalla sfiducia di alcuni governi, prima la Cina ora la Russia, nei confronti della criptovaluta.

Mercati e tensioni geopolitiche

Per il momento è una seduta di Mercato da dimenticare per le criptovalute che risentono pesantemente delle tensioni geopolitiche, del calo del Nasdaq e delle mosse delle banche centrali.

Cosa sono i Bitcoin

Il crollo dei Bitcoin

Per il Bitcoin il calo al momento è intorno al 7,50% a quota 39 mila dollari: in ventiquattr'ore la criptovaluta più diffusa ha perso circa 4 mila dollari di valore, mentre rispetto ai massimi storici di inizio novembre il calo è superiore al 40%

Le altre criptovalute

Male anche altre importanti criptovalute, con Ethereum in calo di quasi il 9% a 2880 dollari. Secondo i dati di CoinMarketCap, il crollo delle due principali criptovalute ha cancellato in totale circa 140 miliardi di dollari di capitalizzazione. Sempre rispetto ai massimi di inizio novembre (quando il  Bitcoin superò quota 67 mila dollari) sono andati bruciati circa 1000 miliardi di dollari di capitalizzazione sul mercato delle criptovalute.

Il Niet della Russia

Ad accentuare la discesa sono state anche le decisioni della banca centrale russa che ha annunciato una bozza di proposta che vieterebbe tutti gli scambi di criptovalute e la loro estrazione su quello che è uno dei principali mercati per questo tipo di strumenti. I regolamenti proposti vieterebbero tutte le emissioni e le operazioni di criptovaluta, bloccherebbero gli investimenti in criptovaluta da parte delle banche e vieterebbero qualsiasi scambio di criptovaluta con valute tradizionali in Russia. Intanto è arrivato il "suggerimento" dato ieri dalla Banca centrale di Russia alle banche della federazione di "controllare e nel caso ostacolare" gli acquisti di criptovalute, sul timore che possano in qualche modo destabilizzare il sistema finanziario di Mosca. Non un ordine, ma un consiglio che si sospetta possa essere seguito alla lettera. 

L'esempio della Cina

Una posizione simile a quella che era stata presa dalla Cina. Lo scorso settembre infatti il governo di Pechino aveva dichiarato illegali gli scambi in criptovalute all'interno del Paese determinando un crollo dei Bitcoin.