La Cina dichiara illegali gli scambi bitcoin e criptovalute, quotazioni a picco

La Banca centrale cinese ha vietato qualsiasi transazione correlata alle criptovalute, fra cui pagamenti, trading, e pubblicità

La discesa delle criptovalute dopo la guerra cinese era annunciata

La discesa delle criptovalute dopo la guerra cinese era annunciata

Pechino - Forte calo del bitcoin dopo che la Banca centrale cinese ha annunciato che le transazioni legate alle criptovalute saranno illegali nel Paese. Per la People’s Bank of China le criptovalute hanno perturbato l’ordine economico e finanziario favorendo delle attività illegali e criminali come il riciclaggio. Pertanto, ha sottolinea la banca centrale cinese, “le attività commerciali legate alle criptovalute sono illegali”. Il bitcoin, che è sceso dai 45 mila dollari fino ai 40.750 dollari, ora si attesta a 51.513 dollari. Anche Ether registra un calo del 7,62% a 2.825 dollari.

La Banca centrale cinese ha vietato qualsiasi transazione correlata alle criptovalute, fra cui pagamenti, trading, e pubblicità, citando i rischi che tali attività comportano per la stabilità del Paese. La Banca centrale ha chiarito «non hanno lo stesso status giuridico della moneta in corso legale e non possono essere distribuite sul mercato come moneta». Inoltre, prosegue la nota della Peoplès Bank of China, scambi e transazioni in valuta virtuale sono definite «attività finanziarie illegali e sono severamente vietate».

Negli ultimi anni, le transazioni di bitcoin e di altre criptovalute «hanno prevalso, sconvolgendo l’ordine economico e finanziario, favorendo il riciclaggio di denaro sporco, la raccolta illegale di fondi, la frode, gli schemi piramidali e altre attività illegali e criminali» e mettendo «a serio rischio la sicurezza dei beni delle persone». In conformità con la decisione del Comitato Centrale del Partito comunista e del Consiglio di Stato (il governo centrale), la Banca centrale, in collaborazione con i dipartimenti competenti, ha emanato una serie di politiche e misure per chiarire che «le valute virtuali non hanno corso legale».

Il tutto vietando «alle istituzioni finanziarie lo sviluppo e la partecipazione ad attività legate alla valuta virtuale, e le transazioni nazionali», nonché «il finanziamento dell’emissione di token». L’ultima mossa giunge a chiusura di una progressiva campagna della Banca centrale contro le criptovalute che hanno visto nei mesi scorsi l’abbattimento delle attività di mining, di produzione delle valute virtuali, in tutte le province del Paese, al punto che molti player cinesi hanno trasferito le proprie attività negli Stati Uniti.