Bayer, chiude il sito di Filago: sciopero in tutta Italia

Lavoratori in presidio mercoledì 9 giugno

Bayer di Filago

Bayer di Filago

Filago (Bergamo) - Sciopero di 4 ore, mercoledì 9 giugno, per i lavoratori di tutto il gruppo Bayer in Italia contro la decisione di chiudere lo stabilimento di Filago, in provincia di Bergamo. Nel medesimo impianto lo sciopero sarà di 8 ore. I sindacati, informa una nota Uil, saranno in presidio dalle 10 alle 12 davanti alla sede Bayer di viale Certosa, a Milano, "al fine di richiamarel'azienda a uno sforzo che neutralizzi qualsiasi impattosociale".

La decisione di dismettere il sito di Filago, si afferma, è "l'ennesima scelta scellerata di deindustrializzazione del nostro territorio, quello lombardo, che da un paio di mesi sta assistendo alla chiusura e delocalizzazione delle produzioni di diversi settori. Lo stabilimento di Filago per Bayer e' un sito storico, dedicato da decenni alla produzione di importanti agrofarmaci, che impiega attualmente 62 dipendenti, di cui 46 nelle attivita' produttive e decine di lavoratori stagionali all'occorrenza. Il legame con il territorio e' sempre stato forte e Bayer ha ben rappresentato l'idea di azienda solida e duratura, ma oggi non e' piu' cosi': questa improvvisa chiusura genera drammatiche conseguenze su tutti questi lavoratori e sulle loro famiglie, ma soprattutto abdica al ruolo fondamentale dell'impresa come portatrice di sviluppo, di valore, di responsabilita' sociale, di futuro per migliaia di giovani. La chiusura di un sito non puo' essere derubricata a riposizionamento di un business: e' un dramma sociale, al  quale sindacalmente ci opponiamo. Le rappresentanze sindacali hanno chiesto, nell'ultimo incontro, all'Azienda di rivedere questa drastica decisione, ma a fronte della risposta negativa, il coordinamento sindacale del gruppo dichiara stato di agitazione".

Con la chiusra di Filago, dei 62 lavoratori in organico, i 46 operai e addetti alle attività collegate (manutenzione, laboratorio, controllo qualità) perderanno  il posto: la metà da fine anno, gli altri da giugno 2022, quando le operazioni di dismissione del sito saranno completate. I lavoratori restanti, tutti impiegati, gestiranno l’attività di logistica per gli altri siti dell’azienda in Europa. La notizia della fine della produzione è arrivata qualche giorno fa come un fulmine a cielo sereno e ha colto di sorpresa operai, Rsu e sindacati.