Anthem, la sanità si fa digitale: nasce l’hub che studia il futuro

A Milano il maxi-centro sulle tecnologie avanzate per la medicina: previste 80 assunzioni

A sinistra Stefano Paleari di Anthem con la rettrice Iannantuoni e Guido Cavaletti

A sinistra Stefano Paleari di Anthem con la rettrice Iannantuoni e Guido Cavaletti

Un nuovo maxi-centro di ricerca da 123 milioni di euro dedicato alle tecnologie avanzate per la medicina. Si chiama Anthem, ha base a Milano ed è finanziato dal piano complementare al Pnrr. Capofila l’università di Milano-Bicocca, al lavoro insieme al Politecnico di Milano e alle università di Bergamo e Catania. Sono 23 gli enti pubblici e privati in rete. Medici, ingegneri, fisici opereranno insieme: saranno coinvolti 200 ricercatori, ne verranno assunti altri 80 - tra ricercatori e tecnologi - più 65 dottori di ricerca; 28 i progetti su quattro linee da sviluppare in un arco temporale di quattro anni.

Il primo ramo, coordinato dall’ateneo bergamasco, è dedicato all’analisi di dati per diagnosi e terapie: quattro le università coinvolte (le altre sono Bicocca, Messina, Campania) più tre aziende sanitarie, l’istituto di ricerca Mario Negri, Diapath e Ferb Onlus. "Svilupperemo sistemi basati sull’intelligenza artificiale, ma il ruolo del medico in relazione al paziente resterà centrale - spiega Fabio Previdi, dell’università di Bergamo -. Tra i progetti anche la realizzazione di un pancreas digitale, uno strumento portatile che sia completamente automatico e che è particolarmente utile per il diabete giovanile. Sarà possibile il monitoraggio da remoto". Verrà realizzata anche una macchina per la microtomografia a raggi X. Quella che era la tecnologia ideata, per esempio, per le testate dei motori o per le macchinette dei caffè, passa ora all’universo dell’istologia.

La seconda linea di ricerca è coordinata da Milano-Bicocca (con le università di Bergamo e Calabria), quattro aziende sanitarie, Ferb onlus e pure l’azienda Artemide. "L’obiettivo è sviluppare ambienti smart e sensori innovativi per la medicina di prossimità - spiega il prorettore di Bicocca e direttore scientifico Guido Cavaletti -. Tra i progetti anche la creazione di nuove lampade che sanificano gli ambienti, eliminando fisicamente e non chimicamente gli agenti infettanti". Con il Politecnico al timone insieme a Humanitas University, Università del Salento, Ab Medica e Chiesi Farmaceutici ci si focalizzerà sui fattori di rischio e sulla produzione di strumenti per il monitoraggio dei pazienti cronici. "Un esempio è lo sviluppo di un sistema personale e portatile per il monitoraggio della qualità dell’aria, che segue il paziente indoor e outdoor. Utile anche per la creazione di una mappa temporale e spaziale", spiega Andrea Aliverti del Politecnico di Milano. In cantiere micro-tac e nuovi sistemi di ventilazione meccanica per adulti e neonati, oltre a organi “in chip“ per valutare gli effetti dei farmaci e di inquinanti.

L’università di Catania, infine, guiderà il gruppo che guarda a soluzioni terapeutiche innovative per "patologie orfane". Al suo fianco anche Politecnico, Istituto Oncologico del Mediterraneo, Humanitas University e le università della Calabria, di Messina, del Salento e della Campania oltre all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, all’azienda ospedaliera Cannizzaro e a Biogem. "Al centro, per esempio, ci sarà la “flash therapy“ per ridurre la tossicità dei trattamenti di radioterapia e verranno studiati gli effetti metabolici", anticipa Giovanni Li Volti dell’università di Catania. "Il progetto Anthem è un’ambiziosa iniziativa a livello nazionale che, con un approccio multidisciplinare, punta a innovare la medicina personalizzata e a ridurre il gap nell’assistenza sanitaria di determinate patologie attraverso soluzioni di tecnologia avanzata", sottolinea la rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni.