Qualche azienda in più, molti lavoratori agricoli autonomi in meno in Lombardia. E tra chi lavora nei campi e nella zootecnia sono aumentati gli extracomunitari. Questa la fotografia decennale delle imprese agricole secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio sul mondo agricolo dell’Inps, aggiornati al 2022.
Per quanto riguarda il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti, nell’ultimo anno se ne sono contate 10.099, leggermente sopra le 10.022 del 2013, ma in progressivo calo rispetto al 2019 (ultimo anno prima di Covid) quando erano 10.106. Le maggiori trasformazioni si vedono, però, soprattutto tra i lavoratori agricoli autonomi. Nel 2013 erano 45.953, nel 2023 sono 40.863, 5 mila in meno.
Le perdite maggior, in termini di variazione percentuale, si sono avute nella provincia di Como (-34%), Cremona (-27%), Brescia (-23%). In valori assoluti è Brescia invece a registrare la variazione peggiore, passando da 10.400 lavoratori agricoli autonomi del 2013 a 8.443 del 2022.
Entrando nel dettaglio della tipologia, però, si vede quasi ovunque un aumento di imprenditori agricoli professionisti, mentre il calo più importante è tra i coltivatori diretti. Del tutto scomparsi, in Lombardia, coloni e mezzadri, gruppo chiuso in ingresso che, a livello nazionale, sono rimasti in 141. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, a livello regionale erano 60.316 nel 2022, in questo caso in aumento rispetto ai 50mila del 2013; la composizione contrattuale rileva però che ad incrementare sono soprattutto gli operai agricoli a tempo determinato (+7mila in 10 anni), mentre restano stabili quelli a tempo indeterminato.
Tra i dipendenti, la classe d’età più numerosa è quella tra i 45 ed i 49 anni; 10 anni fa era quella tra i 35 ed i 39 anni. Completamente cambiata la "geografia” del lavoro agricolo. Nel 2022, sui 60mila dipendenti, erano oltre 20mila gli extracomunitari, mentre nel 2013 erano “solo” poco meno di 14mila.