Disperso il tesoro dell’icona di stile Wanda Galtrucco

Wanda Galtrucco fu la prima donna in Italia a esser chiamata “Pr”

Wanda Galtrucco con Gianni Versace

Wanda Galtrucco con Gianni Versace

Milano, 27 ottobre 2016 - Una vita che, come si usa dire, è stata “un romanzo”. Nata Wanda Piccitto, figlia di un noto commercialista milanese, divenne Galtrucco sposando a 19 anni uno dei tre eredi della famosa famiglia dell’azienda di tessuti. Wanda Galtrucco fu la prima donna in Italia a esser chiamata “Pr”. Lo divenne per caso, dopo l’incontro con un Gianni Versace molto giovane e molto sconosciuto. Ciascuno dei due capì che l’altro aveva qualcosa di speciale e che insieme sarebbero potuti andar lontano. Lei introdusse lui nell’ambiente milanese, lo portò un po’ in giro per il mondo. Lui la scelse come sua ambasciatrice, la fece diventare il viso della sua maison, e siccome era diventato presto molto importante il sodalizio fu vincente. Lei di Versace organizzava eventi e sfilate. Era diventata un’icona della moda in campo mondiale.

Quando Gianni Versace venne ucciso a Miami, nel 1997, Wanda Galtrucco depose la sua immagine superglamour per dedicarsi all’arte, passione che aveva già condiviso sia con lo stilista calabrese sia con il marito, collezionista di fama. Wanda Galtrucco, per uno strano destino, sarebbe morta lo stesso giorno di Krizia, il 6 dicembre 2015. E così si disse che finiva definitivamente l’epoca d’oro della moda. La passione per il collezionismo, sostenuta da disponibilità faraoniche, portò Wanda Galtrucco ad avere la sua casa milanese (in via Annunciata) rigurgitante di meraviglie. Ora i tre figli, che vivono sparsi un po’ ovunque e hanno le loro case già perfettamente arredate e con gusti diversi, hanno proposto l’inesorabile Asta. L’ha battuta l’altro giorno la Galleria Il Ponte di Palazzo Crivelli (via Pontaccio 12, nel cuore di Brera) in due tornate.

Particolare successo hanno riscosso gli oggetti e le caffettiere in argento e le collezioni di porcellana. Servizi interi che stavano sempre esposti in grandi vetrine. Caffettiere, cioccolattiere, teiere, soprattutto cinesi del Settecento, in porcellana bianca decorata a fiori, con la loro forma globulare e coperchio in stile Imari o “Mandarin Pattern”. Oppure in argento, francesi e inglesi, tripodi con corpo a balaustro, coperchio a cupola con foglie ricadenti, beccuccio sagomato. Hanno linee di estrema eleganza, è un piacere anche il solo guardarli. La caffettiera realizzata dall’argentiere Valadier di Roma nel XVIII secolo (Lotto 369) è stata aggiudicata a 16.250 euro; tra gli oggetti in porcellana il record è stato raggiunto dal lotto 181 (Tre galline in porcellane con pulcino, Cina XX secolo) che, valutato 350-450 euro, è stato aggiudicato 8.750 euro!

Tutti venduti a cifre decisamente superiori alle valutazioni di base i mappamondi, da tasca, da tavolo o grandissimi, su supporto di legno: sono globi terrestri e celesti del ‘700. In particolare il lotto 322, bellissimo globo terrestre da tavolo con meridiana graduata realizzato nel 1736 da Johann Gabriel Doppelmayr, è stato aggiudicato a 6.500 euro, con una valutazione di 3.200-3.500 euro.

Un settore del tutto desueto è quello dei manichini d’artista in legno scuro, con testa e arti snodabili. Datano fine XIX -inizio XX secolo. Raggiungono intorno ai 50 cm di altezza, fuorché uno. Anche i manichini in legno sono stati apprezzati dai collezionisti e dal pubblico e quello a grandezza naturale (un metro e sessantadue di altezza) è stato battuto a 13.750 euro. Questo, in casa Galtrucco fungeva da “personaggio”, seduto compostamente su una poltrona, quasi a partecipare alle conversazioni, quando c’erano ospiti. Pare che all’inizio generasse un certo imbarazzo tra i presenti. Imbarazzo che non ha frenato il fortunato acquirente. Apprezzati anche i cannocchiali telescopici e da teatro inizio secolo XIX e una bella collezione di mortai in bronzo, mobili, gruppi di sedie e poltrone, divani, due letti, qualche tappeto. Non un solo oggetto banale.