ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Ultimo, con la voglia di essere primo: il cantante ospite della redazione de Il Giorno

Riempie i palazzetti, ha trionfato a Sanremo e ora sogna gli stadi

IN REDAZIONE Ultimo, al secolo Niccolò Morriconi, al Giorno. Sotto, con il direttore Sandro Neri

Milano, 23 ottobre 2018 - Il ballo  delle certezze. Che Ultimo sia ormai una realtà della musica italiana lo dicono le cifre del suo secondo album “Peter Pan”, arrivato al disco di platino sulla scia del trionfo fra le nuove proposte di Sanremo, ma soprattutto quelle (strabilianti) dei concerti nei palazzetti. Così, dopo i sold-out in prevendita dei due show al PalaLottomatica dell’1 e del 2 novembre e della replica ad Assago del 4, il cantante romano ha messo in agenda per il prossimo anno ad un vero e proprio tour nelle cattedrali dello sport che lo riporta al Forum il 16 maggio. «Ho una forte responsabilità, perché aver raggiunto così tanti obiettivi in così poco tempo è una grande soddisfazione e uno stimolo a dare tutto quel che posso», ha spiegato ieri in redazione il cantautore romano, al secolo Niccolò Moriconi, 22 anni. «Questi dieci concerti nei palazzetti li abbiamo annunciati una settimana fa e alcuni sono già esauriti come quello al Palapartenope di Napoli».

Il tour s’intitolerà “Colpa delle favole”, come l’album in uscita fra qualche mese.

«Dopo aver pubblicato due album in meno di un anno, logica avrebbe voluto che aspettassi un po’. Ma sentivo l’esigenza di far conoscere i nuovi pezzi».

Ha intenzione di ritentare Sanremo?

«Ci sto pensando. Due o tre brani giusti per quel palcoscenico li avrei; se vai al Festival non devi portare solo una canzone bella, ma che deve essere anche in grado di rappresentare lo spirito dell’album».

Che spettacolo sta preparando per i palasport?

«Tra uno show sorprendente e uno suggestivo prediligo quest’ultimo. Fuochi e coriandoli non fanno per me. Anche se non sarà uno spettacolo da club portato nei palasport».

Eseguirà solo canzoni sue?

«Durante il tour nei club alcune volte cantavo pure “Albachiara” di Vasco».

Vasco Rossi le ha dato del genio.

«L’ho saputo. E confesso che la cosa mi ha destabilizzato un po’ perché lui è il mio più grande artista di riferimento».

Mara Maionchi ad “X-Factor” ha assegnato “Sogni appesi” ad Emanuele Bertelli che così, grazie a lei, s’è guadagnato un passaporto per i Live.

«Gli faccio i complimenti, perché l’ha eseguita molto bene, anche se è un brano molto intimo che mi ha sorpreso sentire in bocca ad un altro. Penso, però, che in un programma come “X-Factor” non sia la canzone a convincere, ma quello che il suo interprete si porta dentro».

Dice di sognare gli stadi. Visto che è molto determinato, s’è dato una scadenza per arrivarci?

«Sì, ma non lo dico. Come sono stato il più giovane artista italiano ad entrare nei palasport, spero di diventare il più giovane anche a fare gli stadi. Bisogna sempre sognare in grande, infatti, per trovare lo stimolo giusto a crescere. Se sono qui è anche perché da bambino sognavo di diventare come Vasco Rossi, il numero 1. Non il 3 o il 4.

Ha detto di essersi chiamato così perché si sentiva l’ultimo della scala. Quanti gradini pensa di aver risalito?

«Se avessi scelto questo nome solo perché mi sentivo in fondo alla scala sociale, ora dovrei trovarmi molto più in alto. In realtà un nome come Ultimo contiene un elemento di emarginazione che nessun fattore esterno potrà mai togliermi, sentirmi messo un po’ da parte nelle cose della vita è stata proprio la molla che mi ha spinto a dare il meglio».

Il suo amico Fabrizio Moro va ripetendo che se potesse darle un consiglio, le direbbe di non prendersela col mondo come faceva lui alla sua età.

«Me l’ha detto tante volte e io puntualmente gli rispondo: dammi questo suggerimento fra una decina d’anni e lasciami scrivere qualche altra canzone».