SIMONA BALLATORE
Cultura e Spettacoli

La street-art prende vita: ecco la galleria milanese che "aumenta" la realtà

Domenica il debutto del Maua, il museo diffuso. Qui una dimostrazione, con le opere chesi animano: basta scaricare l'app di Bepart, puntare l'opera e... magia

Milano, 14 dicembre 2017 - C'è la ragazzina in bici di via Sammartini, firmata Sfiggy e Puro, che sfreccia con i capelli al vento per ricordare la Resistenza e le staffette partigiane. C’è la sarta di Zed1 (al secolo Marco Burresi) in via Brembo che, se la inquadri con lo smarphone, oltre a cucire insieme Milano e bandiere di tutto il mondo inizia a distillare, strizzando l’occhio a Charles Baudelaire: "Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere". Ci sono orche intrappolate che diventano "Sushi" e lucertoloni pronti a prendere vita girando su loro stessi. Cinquanta opere di street art, fotografate, catalogate e riscoperte con l’animazione in 3D, attraverso contaminazioni musicali e poetiche. Benvenuti al Maua: il primo museo di arte urbana aumentata, finanziato dal Comune, aprirà i "battenti" domenica a Milano. Alla regia «Bepart», due filosofi, un fisico e una designer che dal 2014 hanno iniziato a posare i primi «mattoni» per un nuovo spazio espositivo. Mattoni virtuali, visto che il Maua resterà una galleria a cielo aperto e digitale, ma solidi: sono stati coinvolti oltre cento ragazzi che hanno mappato 218 opere. Ne sono state scelte cinquanta da scoprire con visite guidate, in cinque tour. Si esplora il posto, si alzano gli occhi e si punta lo smartphone con l’app Bepart: l’esperienza prosegue nel mondo digitale, il museo è aumentato e diffuso. 

"Il progetto è nato dal bisogno di interagire con lo spazio pubblico in modo creativo», spiega Giovanni Franchina, 34 anni, che dopo la laurea in Filosofia al San Raffaele si è sempre occupato di arte contemporanea e che è alla guida anche del "CasciNet". Il progetto, finanziato con il Bando alle Periferie promosso da Palazzo Marino, ha conquistato anche il Digital Award "Il coraggio di Innovare" di Regione Lombardia, Unioncamere e Meet theMedia guru, che ha tenuto a battesimo "l’innovativo percorso di digitalizzazione del design finalizzato all’arredo urbano", un itinerario che grazie alla tecnologia della realtà aumentata rende le opere accessibili a tutti e coinvolge i giovani, permettendo loro di esprimersi attraverso linguaggi visuali e digitali legati al design, all’arte e alla moda. Premio di diecimila euro, vetrina prima dell’apertura.

Si è partiti dal piano «Milano città aumentata» coinvolgendo gli abitanti del Giambellino, di Lorenteggio, del quartiere Adriano-Padova-Rizzoli, del Corvetto-Porto di Mare, di Niguarda-Bovisa e del Qt8-Galleratese. Cinque rioni, 10 murales ciascuno. C’è stata una open call, a cui hanno risposto 113 aspiranti designer, ne sono stati selezionati 50, ciascuno si è divertito con un’opera. "Hanno animato i murales, creando opere digitali dopo il lavoro fatto dai fotografi, tutti fra i 13 e i 18 anni – continua Franchina –. Il risultato è un’opera multi-autoriale". Che parte dalle periferie ma mira ad avere un respiro internazionale. Insieme a Bepart sono coinvolte sei realtà: Base, Avanzi, Terre di Mezzo, la scuola di fotografia Bauer, il laboratorio di design Push, la Fondazione Arrigo e Pia Pini. Il Maua sarà presentato oggi a Palazzo Marino e debutterà domenica con un tour al Giambellino alle 11 per poi essere raccontato alle 15 al Base di via Bergognone con una mostra fotografica, accompagnata dal documentario Banksy Does New York.