
Triennale, la mostra su una delle figure più note della Beat Generation vicino a Warhol e Bob Rauschenberg
Si accendono i riflettori su John Giorno (nella foto), poeta, artista, attivista americano, una delle figure più attive della Beat Generation, morto all’età di 82 anni nel 2019. La Triennale propone la mostra (John Giorno: a labour of LOVE a cura di Nicola Ricciardi con Eleonora Molignani, sino al 13 aprile, ingresso libero) ispirata da among friends, il tema curatoriale dell’imminente edizione di Miart, fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea dal 4 al 6 aprile. Il tutto mentre si prepara una mostra omaggio a Bob Rauschenberg, al museo del ’900, che tanto collaborò con Giorno, e un’altra, alla Gam, su Ugo Rondinone, compagno di Giorno. "Speriamo gli piaccia", esordisce Ricciardi. Attingendo al ricco archivio l’esposizione presenta una selezione di circa 100 documenti resi accessibili da Giorno. Si delinea la figura di questo singolare artista e performer anche per le innumerevoli amicizie e collaborazioni con alcune delle figure più significative dell’arte, della letteratura e della musica del Novecento: William S. Burroughs, John Cage, Allen Ginsberg, Keith Haring, Allan Kaprow, Jasper Johns, Patti Smith, Michael Stipe, oltre a Rauschenberg e Warhol, e solo per citarne alcuni. All’interno di Cuore, Centro studi, archivi, ricerca di Triennale sono visibili le prime edizioni dei suoi libri di poesia, LP pubblicati dall’etichetta discografica GPS Records. Trovano spazio anche una varietà di poster, corrispondenza privata, contratti, e per la prima volta anche filmati d’archivio e volantini originali relativi a eventi pubblici di poesia, al AIDS Treatment Project e ad altre avventure degli anni ’60 e ’70. Il suo è stato un incessante tentativo di fare "uscire la poesia dal libro di carta", e portarla in uno spazio pubblico come la strada, (memorabili gli Street works, happening collettivi all’aperto) con esiti non sempre prevedibili. Talvolta il pubblico appare confuso, altre volte irritato oppure sorpreso.
In mostra Dial-A-Poem, l’opera d’arte e interattiva con cui l’artista ha reso per la prima volta disponibili attraverso la linea telefonica le voci di poeti, artisti e musicisti intenti a leggere le sue poesie. Prodotto nel 1968, ed oggi nella collezione permanente del MoMA a New York, Dial-A-Poem si è ampliato con altre centinaia di registrazioni che i visitatori possono ascoltare sollevando la cornetta del telefono. Infine, le opere pittoriche di John Giorno, sullo Scalone d’Onore, una selezione dei suoi colorati Perfect Flowers corredate dalle frasi poetiche più note di Giorno.