PIERO DEGLI ANTONI
Cultura e Spettacoli

Francesca Reggiani, un contenitore stile Crozza. E tante deputate

Francesca Reggiani al teatro Leonardo

Francesca Reggiani

Milano, 18 novembre 2016 - “Tutto quello che le donne non dicono” ci pensa lei a esprimerlo. Lei è Francesca Reggiani, in scena al Teatro Leonardo da oggi a domenica.

Il titolo serve in realtà come contenitore, un po’ alla Crozza... infatti ci saranno anche le imitazioni, a cominciare da Maria Elena Boschi e Giorgia Meloni.

«Ho avuto l’intuizione di realizzare una doppia intervista Boschi-Meloni, stile “Iene”, che verrà mostrata durante lo spettacolo. Ho un trucco speciale molto bello e molto verosimile. Si comincia così: “Nome?” “Sicuramente Maria, effettivamente Elena, certamente Boschi” E quell’altra fa (con accento romano, ndr): “Hai finito? Posso parla’? Io so’ Giorgia, ma no la cantante” E così via».

Quali sono i tratti dei due personaggi che mette in evidenza?

«Quando chiedono alla Boschi “caratteristica fondamentale”, lei risponde: “Di me dicono che sono molto bella, inimitabile, particolarmente intelligente e brava”. Poi: “Segno distintivo?” “L’umiltà”. E Giorgia Meloni: “Di me dicono che so’ cazzuta, so’ Toro, una co ‘e palle” “Segno distintivo?” “’a femminilità”».

Tratta però anche argomenti più sociali, per esempio quello dei nativi digitali...

«I pin, i puk, i like, l’ipad, i poke... se poi non ti ricordi il pin a memoria, sei finito. Il progresso va avanti e dobbiamo cavalcarlo bene, ma allo stesso tempo sottolineo l’importanza fondamentale della memoria in un mondo del genere, soprattutto per noi che non siamo più giovanissimi. L’altro giorno ero alla Poste per pagare un bollettino e c’era un signore disperato, piegato in due, con la testa tra le mani, sarà rimasto lì mezz’ora in quella posizione perché si era dimenticato il pin del conto corrente. L’altr’anno mia sorella ha sbagliato 3 volte il pin del cellulare e le hanno chiesto il puk, che lei però aveva lasciato in ufficio, chiuso nel cassetto. Era sabato, e fino a lunedì è rimasta irraggiungibile».

Nel suo particolarissimo cast c’è anche Carla Bruni. Come mai? È un personaggio un po’ uscito di scena...

«L’ho scelta perché ormai è una donna di una certa età. Ma io vado sottolineando un fatto, e cioè che, mentre per gli uomini il desiderio che suscitano tende all’infinito, infatti anche gli anziani sono affascinanti agli occhi di tante donne o ragazze, invece la donna ha una data di scadenza molto precisa. Io immagino Carla Bruni che dispensa le pillole del successo della sua femminilità anche dopo gli anta. Tra i miei personaggi c’è Federica Sciarelli. Nella debacle degli ascolti delle reti generaliste, tra i pochi programmi che reggono ci sono proprio quelli che indagano su delitti e misteri. E la Sciarelli: “Rendetevi conto che faccio il 15% di share su Raitré, ma chi l’ha visto un altro programma che fa lo stesso risultato? In un mondo dove tutti vogliono apparire, io ho successo con una trasmissione con la gente che sparisce».

C’è qualcosa anche sui rapporti tra uomo e donna?

«Parlo della relazione con il sesso virtuale. Il porno consumato a rotta di collo e il rapporto con il sesso vero. Se uno smanetta tutto il giorno sul web, quando alla sera gli torna a casa la moglie vera, quello non la riconosce più, “ma che, ho sbagliato applicazione?».

Vale anche per le donne? Anche loro non riconoscono il marito?

«’Ha voglia! Sui siti porno c’è di tutto, c’è di più, tutte le perversioni possibili. Conosco tante coppie che mettono in crisi il rapporto perché l’uomo o la donna diventano dipendenti da questo tipo di immagini. Ci sono quelli a cui piacciono pratiche estreme come il sadomasochismo, magari si picchiano, se menano, è quello che io chiamo il menage coniugale. Io dico: non giudico, basta che funzioni».