ELVIRA CARELLA
Cultura e Spettacoli

Francesca Chillemi: “Amo Viola ma sono molto di più. La bellezza va ben oltre l’immagine”

In tv nella seconda stagione della fiction e già sul set di “Che Dio ci aiuti” l’ex Miss Italia ha coronato i suoi sogni: “Non basta realizzarli, vanno sempre coltivati”

Francesca Chillemi, 39 anni a luglio: ex Miss Italia, si è affermata come attrice

Francesca Chillemi, 39 anni a luglio: ex Miss Italia, si è affermata come attrice

Ha il fisico e il carattere tipici della natia Sicilia. Bella e determinata, l’attrice Francesca Chillemi, sin dalla nascita, aveva già un disegno di vita in salita. Da tanti anni interpreta con naturalezza personaggi dalle diverse sfaccettature, con un comune denominatore: la genuinità. Attualmente è la protagonista della serie tv “Viola come il mare 2”, in onda su Canale 5.

È stato facile calarsi nei panni di Viola?

"Non è una questione di facile o difficile. Ogni volta che si interpreta un nuovo personaggio, bisogna entrare nel suo modo di pensare e di essere. Amo Viola particolarmente, ma anche un po’ tutte le altre figure “vissute” nella mia carriera. Viola vuol far valere le sue idee, andando oltre gli stereotipi, che hanno caratterizzato la sua vita".

Poi?

"È anche molto sensibile, ironica. Combatte per ciò in cui crede, ma genera anche tanto caos. Lo faccio anch’io e, a volte, rido di me stessa. L’importante è riuscire a vivere con leggerezza".

Quale aspetto del suo personaggio le piace di più?

"La sua caparbietà, il saper “vedere” le cose in profondità. Crede di poter cambiare le situazioni e realizzare qualcosa di importante".

Attraverso Viola affronta il delicato tema di una malattia neurodegenerativa. È importante parlarne?

"Bisogna parlarne e nel modo giusto, perché si fa informazione, sensibilizzazione e le persone riescono a comprendere meglio le problematiche".

Viola ha la sinestesia. Chi ne soffre può, ad esempio, udire un colore o vedere un suono. È avvantaggiato o no?

"Riesce a vedere cose che altri non vedono. E a volte è un vantaggio. In base a come la si vive, però, può generare pesantezza, perché non si è in grado di trasmettere quanto si ha dentro".

È sul set di “Che Dio ci aiuti”. Cosa ci riserverà Azzurra?

"È molto cresciuta nel corso del tempo e anche quest’anno, sicuramente, esprimerà altri aspetti di se stessa".

Sergio Assisi: "Nessun attore può totalmente uscire da sé, per calarsi in un personaggio”. Cosa c’è di lei in Viola e Azzurra?

"Sono d’accordo. Il lavoro di un attore consiste nell’incarnarsi il più possibile in un personaggio, entrando nelle sue dinamiche. È normale vivere, come se fossero propri, alcuni aspetti di chi si interpreta, se richiamano noi stessi. È il bello della nostra professione. Quindi, in Viola, c’è l’affrontare la vita con leggerezza, frutto di un enorme lavoro di crescita personale, che mi ha portato a essere determinata. In Azzurra, invece, la voglia di aiutare gli altri e mettersi in gioco".

Da bambina sognava di fare l’attrice?

"Lo desideravo proprio. Non basta, però, realizzare i sogni. Bisogna coltivarli e crescere insieme con loro, affinché diventino realtà".

Com’era?

"Molto vivace. Non amavo tanto le regole e volevo tirar fuori assolutamente tutto quello che avevo dentro".

È stata una Miss Italia. Cos’è per lei la bellezza?

"Va ben oltre l’immagine. Ho capito che bisogna viverla, solo dopo un grande lavoro su me stessa. Quando ho acquisito consapevolezza del mio corpo, della mia mente e ho imparato a conoscermi, ho inteso davvero la differenza tra l’essere e l’apparire".

Quali valori trasmetterà a sua figlia?

"Sin da piccola è fondamentale accompagnarla nella crescita e trasmetterle i concetti chiave. Uno dei valori più importanti è il rispetto per sé e per gli altri. Ciò porta a dare il giusto peso alle cose, a vivere in serenità e ad essere più empatici. E sempre in sinergia con il papà di Rania, opero in modo che acquisisca l’importanza di esprimere la sua bellezza interiore e la meraviglia di accettare la persona che è".

Cosa condividerà con lei?

"Mi auguro di affiancarla in tutto quello che reputerà opportuno, fornendole gli strumenti per affrontare la vita e dandole la libertà di vivere i suoi sogni".

Da ex modella, come vestirebbe Milano?

"È una città poliedrica, innovativa. Ha tradizioni e caratteristiche particolari. I vestiti rappresentano le espressioni della nostra identità. Quindi, indossare un unico abito, sarebbe limitante. La città si veste in funzione di tanti aspetti, a seconda di come la si guardi e viva".

Di che colore è la città?

"Non ne ha uno preciso. Milano cambia colore in base a come interagiamo con lei".