MICHELE ANDREUCCI
Cultura e Spettacoli

Civiltà contadina. Un salto nel passato con il film di Olmi

Una rassegna dedicata al capolavoro L’albero degli zoccoli

La rassegna apre domani a Villa di Serio

La rassegna apre domani a Villa di Serio

VILLA DI SERIO (Bergamo)

Recuperare il ricordo della civiltà contadina attraverso il ricordo del film “L’albero degli zoccoli“, il capolavoro del regista bergamasco Ermanno Olmi (1931-2018), Palma d’Oro a Cannes nel 1978, interpretato da contadini e gente della campagna bergamasca e ambientato nella Bassa, tra Martinengo, Mornico e Palosco (è il racconto di un anno, il 1897, della vita di alcune famiglia di contadini). È l’obiettivo di “Ricordando L’albero degli zoccoli“, la rassegna realizzata dall’amministrazione comunale di Villa di Serio per, come spiega il sindaco Mario Morotti, “confrontarsi con le nostre radici“. Le iniziative cominciano domani (ore 18) con l’inaugurazione della mostra “Luoghi e retroscena del film L’albero degli zoccoli“, a cura di Maurizio Plebani, aperta fino al 4 luglio nella Sala delle Carrozze. Seguirà la conferenza ad immagini sul capolavoro tenuta dallo stesso Plebani, vero e proprio cultore del film di Olmi. "La mostra - spiega - è nata per il 40esimo del film e poi sempre rinnovata ed arricchita. Documenta con v enti pannelli fotografici, dove è stato girato, come sono cambiati i luoghi delle riprese, le origini del capolavoro, con aneddoti e curiosità". In mostra ci sarà anche il tabarro indossato da Luigi Ornaghi, il Batistì nel film, donato dalla sorella Bruna e appartenente a loro padre. Un piccolo allestimento con un vero platano e gli attrezzi dell’epoca ricostruisce la scena cult della pellicola: il momento della lavorazione dello zoccolo per il figlio del Batistì. La rassegna continuerà sabato 28 giugno (Sala delle Carrozze, ore 16,30) con “Scasera“, conferenza spettacolo con spunti dal film per ricordare antiche tradizioni e usanze contadine, e domenica 29 giugno (sempre Sala delle Carrozze, ore 18) con “Albero nostro“, docufilm di Federica Ravera uscito nel 2018 per il 40ennale del capolavoro di Olmi, una raccolta di testimonianze di attori e maestranze e una intervista a Ermanno Olmi, di cui l’autrice fu collaboratrice negli ultimi 14 anni di carriera.

Michele Andreucci