Ariete in tour: esordio questa sera al Carroponte

Prima tappa che la vedrà impegnata pure a Cassano Magnago il 21 luglio. "Collaborare con Franco e Madame Nell’album mi sono tolta ogni sfizio"

La cantautrice Arianna Del Giaccio, in arte Ariete

La cantautrice Arianna Del Giaccio, in arte Ariete

Arianna Del Giaccio non crede nelle stelle, ma in sé stessa. Eppure, segno dello zodiaco a cui rimanda un nome d’arte come Ariete la definisce molto bene: forte, determinata, di carattere. Lo sa bene chi l’ha seguita dal primo vagito artistico, “Quel Bar”, capace nell’estate 2019 d’incassare su YouTube 10 mila visualizzazioni in pochi giorni gettando le basi di un cammino che la (ri)porta stasera al Carroponte, prima tappa del tour che la vedrà impegnata pure a Cassano Magnago il 21 luglio. "Al Carroponte ci ho già cantato pure l’anno scorso, ma con capienza ridotta e tutte le restrizioni del caso, mentre stavolta ci sarà il pienone" racconta la ragazza di Anzio, classe 2002, autrice pure de “L’ultima notte” il brano commissionato da Netflix per la colonna sonora della serie “Summertime”. "Quella di Milano è pure la prima data del tour, quindi o la va o la spacca".

Finalmente le canzoni dell’album “Specchio” trovano riscontro live. "Sì, lo canto tutto. Nel disco ci sono Franco 126 e Madame, che però non penso riusciranno ad essere presenti, perché impegnati nei rispettivi tour. Anche se hanno promesso di raggiungermi in qualche concerto".

L’album ha svuotato il cassetto o qualcosa è rimasto? "Diciamo che ha soddisfatto parecchie voglie, a cominciare dalle collaborazioni con Franco e Madame. Comunque, sono già al lavoro sui pezzi per il prossimo".

Lei ha iniziato con le Audition di X-Factor. "La mia esperienza nel talent è durata in tutto un paio d’ore e mi ha lasciato poco o niente. Avevo 17 anni e mi presentavo ancora col mio nome, quindi qualcosa di completamente diverso rispetto al progetto Ariete. Tutto sommato, sono soddisfatta di essermi fatta conoscere seguendo un’altra strada. Il talent, infatti, è un prodotto televisivo, dove non sempre tutto è reale".

Qual è stata finora la cosa più complicata da dover affrontare di questo mestiere? "L’essere un personaggio pubblico. Dover calibrare le parole, avere sempre la propria vita sotto osservazione".

Lei un un’icona della Generazione Z. Quanto conta oggi la fluidità nell’essere artista? "Penso che il ‘gender gap’ sia un problema nella musica e nella società moderna. La libertà di esprimere i propri generi, la propria sessualità conta come diritto assoluto. Se sono omosessuale, voglio avere il pieno diritto di poterlo dire. Ancora in Italia non è così al 100%, ma ci stiamo lavorando".

Un progetto che prima o poi realizzerà? "Vorrei crescere artisticamente al punto da poter aiutare gli altri con la mia musica. Fare beneficienza con le canzoni. Ma anche riuscire a collaborare con artisti stranieri che stimo molto".

Ad esempio? L’inglese Pink Pantheress, che fa del drum’n’bass molto figo".