Donne uccise, lo Stato paga: la battaglia partita da San Giuliano Milanese è legge

Fino a 60mila euro agli orfani. In Lombardia record di delitti consumati in casa

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

San Giuliano Milanese (Milano), 12 febbraio 2020 - Dodici milioni di euro per gli orfani di femminicidio. Il fondo deciso dal Governo servirà a finanziare borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro. Dopo tre anni di battaglie è entrato in vigore dal 23 gennaio il decreto sottoscritto dal ministro all’Economia Roberto Gualtieri, che ha rideterminato gli importi degli indennizzi per le vittime di reati intenzionali violenti: per il delitto di omicidio è previsto per gli orfani un indennizzo di 50mila euro che sale a 60mila euro nel caso di omicidio commesso dal coniuge. A questo si aggiunge il rimborso di spese mediche e assistenziali fino a 10mila euro.

Prima le cifre erano irrisorie: solo 7.200 euro per omicidio, che aumentava a 8.200 euro in caso di delitto commesso dal coniuge. Inserito anche un indennizzo di 25mila euro per le vittime del nuovo reato di ‘deformazione del viso’. A sostenere con forza l’approvazione della nuova legge che ha rideterminato gli indennizzi per gli orfani di femminicidio è stata la famiglia di Antonia Bianco, guidata dalla sorella Assunta. Domani saranno passati otto anni dalla morte della 43enne italoargentina, uccisa il 13 febbraio 2012 dall’ex compagno Carmine Buono a San Giuliano Milanese. L’uomo, condannato in via definitiva all’ergastolo nel 2017, l’aveva colpita con una stilettata che le aveva perforato il cuore non lasciandole scampo. Una tragedia che ha condizionato la vita dei tre figli di Antonia (Maximiliano che oggi ha 31 anni, Florencia di 20 e il piccolo Gabriele di 13) che da quell’uomo, nullatenente, non hanno mai ottenuto un euro dei 1,3 milioni decisi dai giudici.

"Dentro di me ha lasciato un vuoto tremendo e difficile da sopportare – dice Assunta ricordando la morte di Antonia –. Mia sorella aveva più volte denunciato alla forze dell’ordine prima di essere uccisa. È un femminicidio che si sarebbe potuto evitare". Un dolore difficile da descrivere per Florencia, che ha perso la madre appena dodicenne.

"Era una madre, un’amica, un padre, un esempio di vita, l’indispensabile per vivere", ricorda mentre sta preparando un libro per raccontare il suo dolore. Intanto attraverso il suo avvocato Gianluca Fontana del foro di Busto Arsizio prepara una causa allo Stato. "Citerò in giudizio la Presidenza del Consiglio dei ministri per ottenere la condanna dello Stato italiano al risarcimento del danno per Florencia", sottolinea il legale che "chiederà l’accertamento della responsabilità dell’Italia per l’omessa attuazione della Direttiva 2004/80/CE del 2004", la norma secondo cui i Paesi dell’Ue devono garantire un adeguato ed equo indennizzo alle vittime di reati violenti edintenzionali commessi sul territorio dello Stato se il responsabile è sconosciuto o insolvente.