Vaccini, il ministro Speranza: "Un milione di dosi in tre giorni"

Avanti tutta con la campagna. Poi interviene sull'indagine legata al piano pandemico: "Le scelte sul dossier dell'Oms sono state fatte dall'Oms stesso"

Il ministro della Salute Roberto Speranza al centro dell'inchiesta di Report

Il ministro della Salute Roberto Speranza al centro dell'inchiesta di Report

"In questa fase dobbiamo tenere insieme due parole: fiducia e prudenza. Siamo entrati in una fase diversa grazie alla campagna vaccinale: sono stati somministrati in 3 giorni un milione di dosi. Raggiunta quota di 15 milioni totali. Siamo nelle condizioni di costruire una road map con un passo alla volta, con un compromesso e con equilibrio. I dati ci parlano di una fase diversa, ma non ci sarà una fase 'x' dove tutte le misure scompariranno". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata su Rai3. Si riparte dalla scuola: "Abbiamo scelto la scuola perché è l'architrave della nostra società per ripartire e dare un segnale di fiducia ai ragazzi, la scelta del governo è stata chiara e netta e vogliamo che il più alto numero di ragazzi possa essere in presenza. Si tratta di un rischio ragionato, non folle, ma dobbiamo chiedere aiuto alle persone, soprattutto ora avremo ancora più bisogno di attenzione, mascherine, distanziamento, lavaggio mani". 

Il caso del piano pandemico

"Le scelte sul dossier dell'Oms sono state fatte dall'Oms stesso e non dal governo italiano", ha puntualizzato il ministro Speranza, riguardo alla mail del 14 maggio inviata da Ranieri Guerra, numero due dell'Organizzazione mondiale della Sanità, al ministro della Salute. Nella comunicazione Raniera Guerra annuncia l'uscita del dossier critico, il giorno stesso in cui viene ritirato. "Quella mail ci informava che era stato pubblicato quel report e ci riportava un dibattito legittimo all'interno dell'Oms, quelle scelte sono state tutte dell'Oms". "In quei mesi così difficili avevamo rapporti stretti, l'indagine della magistratura dimostrerà la correttezza delle istituzioni. Le scelte fatte non riguardano il governo italiano", ha riferito ancora Speranza. "Il piano pandemico antinfluenzale risaliva al 2006 - ha spiegato il ministro - ed era sempre stato considerato adatto perché era antinfluenzale, non anti-Covid, e i nostri tecnici dopo hanno attivato un piano Covid. Quel documento era una fotografia numerica con dei giudizi legittimi, dove ci sono anche giudizi lusinghieri".