GIULIA BONEZZI
Cronaca

Niente vaccini, in Lombardia ventimila ostinati

Sono i figli sotto i sei anni di chi ha sempre rifiutato l’obbligo

Vaccinazione

Milano, 9 luglio 2019 - La buona notizia è per i genitori lombardi che hanno fatto fare ai figli i vaccini obbligatori: entro domani non dovranno presentare a scuola o all’asilo nessun certificato. E ce n’è un’altra che è buona per gli smemorati e i perseguitati dalla sfortuna, e cattiva per i no vax irriducibili, che dall’anno scolastico 2017/2018 (quello dell’entrata in vigore della legge Lorenzin) si nascondono dietro l’invio di una laconica richiesta di vaccinazione via posta elettronica certificata per poi svicolare, rimandando ogni appuntamento fissato al centro vaccinale.

Entrambe le notizie le ha date ieri l’assessore al Welfare Giulio Gallera, ricordando che la Regione Lombardia ha un’anagrafe vaccinale informatizzata, che da tempo sta passando all’anagrafe nazionale in costruzione le informazioni a partire dai nati nel 2000 («Uno sforzo considerevole, che prevede la trasmissione e la verifica di circa 42 milioni di dati vaccinali nel rispetto della privacy») e che già dallo scorso anno scolastico le Ats hanno iniziato a comunicare direttamente con le scuole. Nei giorni scorsi una circolare dei ministeri dell’Istruzione e della Salute ha chiarito che i genitori, alla scadenza del 10 luglio, non hanno più l’obbligo di presentare i certificati di avvenute vaccinazioni per le iscrizioni scolastiche perché «il sistema ormai automatizzato evidenzia le situazioni irregolari che vengono comunicate alle istituzioni scolastiche al fine di provvedere a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori». «Siamo a conoscenza di quali siano le posizioni ancora irrisolte», spiega l’assessore. Le Ats segnalano alle scuole solo gli studenti che non risultano in regola coi dieci vaccini obbligatori (nove per chi è nato prima del 2017). Queste prima chiedono ai genitori degli interessati di produrre i certificati (di vaccinazione, o medici di esenzione o di avvenuta immunizzazione), e in caso contrario li convocano per un colloquio con un medico, che cercherà di convincerli a vaccinare. Ma se non lo faranno, le Ats contesteranno la violazione dell’obbligo di legge, se il bimbo va all’asilo la comunicheranno al nido o alla scuola d’infanzia perché lì la legge prevede l’esclusione dalla frequenza, e sanzioneranno i genitori con una multa che per legge può andare da 100 a 500 euro (sarebbero le prime in Lombardia, dove non ne sono ancora state comminate).

C'è una seconda novità, che va incontro alle famiglie che vogliono mettersi in regola, ma toglie ogni alibi a chi invece ha continuato a procrastinare la vaccinazione con pretesti vari. Per le famiglie dei bambini da 0 a 6 anni non in regola «che avevano fissato almeno due appuntamenti, poi disattesi, abbiamo attivato l’apertura di ambulatori vaccinali ad accesso libero fino al 31 agosto», annuncia l’assessore. Secondo i calcoli della Regione questi “recidivi” (il termine è riferito non certo ai bambini, ma ai genitori che non li vaccinano) sono in media quattromila per ogni coorte di nascita dai 13 mesi, quindi circa ventimila dei candidabili all’asilo in Lombardia. Potranno portare la prole nei centri vaccinali senza prenotazione per tutte le vacanze estive, ma se non lo faranno «l’Ats attiverà il percorso sanzionatorio», chiarisce Gallera. E ricorda che «percorsi informativi adeguati, in combinato con le procedure di legge, ci hanno permesso di superare la copertura del 95 per cento» per l’esavalente e di raggiungerla praticamente per morbillo-parotite-rosolia, almeno guardando alla media regionale dei bambini che hanno due anni oggi.