L’Università? Un sogno per pochi: matricole in calo, costi troppo elevati

Gli atenei lombardi perdono complessivamente 1.300 iscritti. Tra i fattori condizionanti, gli esborsi per chi studia fuori sede. Male Bergamo e Milano-Bicocca, bene Pavia e il San Raffaele

Studenti universitari

Studenti universitari

Milano – Calano le immatricolazioni nelle università lombarde. L’anno accademico 2023/2024 registra il numero più basso nel triennio post-Covid. A livello complessivo, si è passati dai 58.989 immatricolati del 2021/2022 ai 59.635 del 2022/2023, ai 58.340 attuali, come emerge dal monitoraggio pubblicato dal ministero dell’Università e della Ricerca. La percezione è che gli incrementi o le riduzioni nei singoli atenei debbano essere letti in una scala complessiva, regionale, di tendenziale riduzione di nuovi iscritti alle università. Non può essere ancora l’effetto del calo demografico, perché l’onda della riduzione delle nascite arriva ora a lambire gli istituti di scuola superiore. C’è, piuttosto, un fattore di scelta di non iscriversi all’università, vuoi perché il mercato del lavoro, attualmente, offre molte opportunità già con un diploma, vuoi perché ci sono problemi oggettivi di costi che le famiglie non riescono più a sostenere.

È un problema , però, non da poco. Uno dei principali del Paese, evidenziato anche dall’Europa, è la bassa percentuale di laureati rispetto ad altri Stati, che condiziona poi la competitività e le potenzialità di crescita. Secondo il Rapporto Anvur 2023, uno dei trend che emerge negli ultimi anni è il maggior peso delle università telematiche, che avrebbero più appeal di quelle in presenza; gli atenei pubblici dovrebbero quindi integrare l’offerta tradizionale con la maggiore flessibilità di corsi a distanza.

Le dinamiche variano tra gli atenei. Perde molte matricole l’università di Bergamo che aveva 4.009 nuovi iscritti nel 2021/22 (4.226 nel 2022/23) e invece quest’anno registra 3.564 nuovi aspiranti dottori; stesso trend per Milano Bicocca, che passa da 6.322 a 5.819. Tra le realtà che vedono un incremento importante c’è il San Raffaele di Milano (da 691 di due anni fa a 1.031 di quest’anno), ma anche l’università telematica ha un trend in crescita rispetto al 2021 (tuttavia in calo rispetto al 2022/23). Bene Pavia, che registra una crescita importante, da 4.729 iscritti del 2021/2022 ai 5.214 del 2023/24, e Brescia, che passa da 3.208 a 3.354 nuovi iscritti.

«Leggo questa sostanziale stabilità con lieve tendenza all’aumento – spiega il rettore dell’Università degli studi di Brescia, Francesco Castelli – come un riconoscimento della solida serietà del nostro ateneo. Pian piano, facendo passi oculati e offrendo corsi di laurea che siano di interesse per la nostra popolazione e comunità, ogni anno vediamo che cresciamo un po’ e questo ci fa piacere, perché spesso si cerca lontano ciò che si ha vicino. Voglio sperare che sia anche il segno che la città di Brescia stia pian piano diventando sempre più universitaria anche agli occhi di chi viene da fuori provincia".