DANIELE DE SALVO
Cronaca

Un Fiore nel bunker La pizzeria della cosca ora cucina in libertà

Lecco, la Fabbrica di Olinda nell’ex locale della ’ndrangheta. Il capo Franco Coco Trovato sta scontando la condanna al 41 bis.

Un Fiore nel bunker La pizzeria della cosca ora cucina in libertà

di Daniele De Salvo

Da roccaforte e simbolo del potere del boss della ‘ndrangheta, a pizzeria della legalità. Era Wall Street, dal 2017 è diventata Fiore. Il 31 agosto 1992, un lunedì mattina, il boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato, che aveva 45 anni, è stato arrestato proprio lì, nel suo ristorante Wall Street, dove giravano soldi sporchi, droga e armi. Dove riceveva imprenditori e politici, chiamava a raccolta i suoi picciotti, ordinava omicidi. Si vocifera che per realizzare il locale alla fine degli anni Ottanta abbia speso sei miliardi delle vecchie lire.

Lì è conservato anche il bunker in cemento armato protetto da una porta blindata spessa venti centimetri dove si nascondeva. Il giorno dell’arresto non ha opposto alcuna resistenza, sapeva che la sua carriera criminale era finita, non quella dei suoi affiliati. Ha chiesto solo di non essere ammanettato davanti ai suoi familiari. Da quel momento non è mai più uscito dal carcere. All’età di 76 anni sta ancora scontando diversi ergastoli al 41 bis, il carcere duro. Con lui sono stati condannati altri 120 imputati per pene complessive a 1.700 anni di carcere.

Prima che da Wall Street sbocciasse il Fiore, coltivato a lungo con pazienza dagli attivisti antimafia di Libera, c’è però voluto un quarto di secolo di lotta alla malaburocrazia. L’ex fortino del capo dei capi della mala lecchese è diventato comunale solo nel 2006, per essere tuttavia poi assegnato nel 2009 ai magistrati della Procura di Lecco e diventare archivio provvisorio della Prefettura. Nel 2014, dopo un lungo iter, è tornato ad essere nuovamente un bene comunale, nel 2015 è stato finalmente ristrutturato e l’1 aprile 2017 ha riaperto i battenti come Fiore cucina in libertà, un ristorante gestito dai ragazzi de La Fabbrica di Olinda.

Nonostante gli anni difficili della pandemia da Covid 19 il ristorante comincia a funzionare: nel suo quinto anno di apertura ha avuto ad esempio ricavi commerciali pari a 270mila euro. A Fiore cucina in libertà lavorano una dozzina di persone svantaggiate, italiane e straniere. "Perché Fiore è anzitutto una collettività – racconta Thomas Emmenegger, psichiatra di Lucerna di 60 anni che guida la Fabbrica di Olinda –. Abbiamo messo assieme eccellenze e intelligenze che ci hanno aiutato a rendere questo luogo accogliente, a restituirlo ai lecchesi".

Fiore, l’ex Wall Street, è uno dei 17 beni in provincia di Lecco confiscati ai mafiosi. Alcuni sono stati già restituiti ai cittadini e sono diventati centri per anziani o migranti, luoghi di ritrovo per giovani, appartamenti e rifugi per donne vittime di violenza; altri invece aspettano ancora di poter germogliare come è germogliato Fiore.