REDAZIONE CRONACA

Trentenne muore per uno sfottò, aggressore si consegna: la confessione

La rissa fra due gruppi di giovani in un'area di servizio di Bitonto è finita in tragedia

Carabinieri in azione (foto di archivio)

Ci sarebbe uno sfottò, per ora non meglio precisato, alla base dell'aggressione che ha condotto alla morte Paolo Caprio, trentenne pugliese. L'uomo ha perso la vita a seguito di un'aggressione durante una rissa scoppiata intorno alle 3 di notte in una stazione di servizio sulla Provinciale 231 tra Modugno e Bitonto, in Puglia. La rissa avrebbe visto contrapposti due gruppi di giovani. Uno di questi ragazzi avrebbe colpito Caprio al volto con due violenti pugni, facendolo cadere a terra. Proprio a causa di questa caduta, il trentenne avrebbe perso la vita dopo aver battuto violentemente la testa. Sulla vicenda indagano i carabinieri coordinati dal pm Ignazio Abbadessa. Sono stati acquisiti e visionati i video delle telecamere di sorveglianza della stazione di servizio che hanno ripreso i fatti, e ascoltati testimoni. Ancora non sono chiare le motivazioni che hanno fatto nascere la rissa, sembra però che ad aver dato fuoco alle polveri sia stato uno sfottò, una frase infelice pronunciata da qualcuno dei giovani presenti.

L'aggressore, un ragazzo di vent'anni, si è presentato spontaneamente alla caserma dei carabinieri. E' residente a Bitonto e nelle prossime ore sarà ascoltato dai militari. L'accusa nei suoi confronti potrebbe essere quella di omicidio preterintenzionale.

"Mentre stazionavamo sulle panche sotto il gazebo con le nostre mogli" Caprio "si è avvicinato per origliare cosa stessimo dicendo e ha guardato in maniera provocatoria le nostre compagne. Notata questa circostanza, io mi sono alzato, gli ho detto testualmente 'sempre avanti e dietro devi andare? Qual è il problema?', così dicendo gli ho tirato tre pugni colpendolo al viso, l'ho visto cadere in terra e sbattere la testa sul marciapiede. Non pensando che sarebbe morto sono andato via".

È il racconto fatto ai carabinieri e al magistrato dal 20enne Fabio Giampalmo, sottoposto a fermo per l'omicidio volontario aggravato del 40enne Paolo Caprio, morto nella notte durante un litigio in una stazione di servizio alla periferia di Bitonto, nel Barese. La confessione del 20enne è riportata nel decreto di fermo notificato all'indagato, difeso dall'avvocato Nicola Capaldi. Giampalmo ha raccontato di aver notato la vittima - che conosceva di vista - parlare con la sua compagna e con quelle dei suoi amici, mentre gli uomini erano all'interno del bar giocando alle slot machine. A quel punto il 20enne sarebbe uscito e, dopo l'ennesimo sguardo non gradito, avrebbe colpito Caprio lasciandolo a terra, per poi allontanarsi in auto. Alcune ore dopo aver saputo che il 40enne aggredito era morto, ha contattato l'avvocato e si consegnato in caserma.