Le tolgono lo stomaco "per errore": due chirurghi a processo

L'intervento nel 2016: la donna si è costituita parte civile

Chirurghi in sala operatoria (foto d'archivio)

Chirurghi in sala operatoria (foto d'archivio)

Milano, 13 settembre 2019 - Le è stato asportato lo stomaco "per errore", dopo una "diagnosi di tumore maligno" che si è rivelata "totalmente sbagliata". È accaduto nel 2016 ad una 53enne e per quell'operazione non necessaria, secondo la Procura di Monza, che le ha provocato una "malattia certamente o probabilmente insanabile", la perdita di un organo, sono finiti a processo 2 chirurghi dell'Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni. La donna è parte civile, assistita dall'avvocato Francesco Cioppa.

Il pm di Monza Alessandro Pepè ha disposto, infatti, la citazione diretta a giudizio per lesioni colpose gravissime di due medici, in qualità rispettivamente di "primo" e "secondo" chirurgo all'epoca, e la prossima udienza del processo in corso a Monza, davanti al giudice Angela Colella, è fissata per il 17 settembre. La Multimedica spa è stata citata nel dibattimento come responsabile civile dal legale della donna. L'avvocato Cioppa ha evidenziato "insieme all'inaudita gravità del comportamento negligente ed imperito mantenuto dagli imputati, l'incomprensibile ed inaccettabile indifferenza mostrata sia da questi, sia soprattutto dalla struttura sanitaria in cui questi operavano ed operano, nei confronti delle sorti della paziente e delle immani sofferenze a lei inferte".

Secondo l'imputazione, la 53enne, che per circa dieci mesi, dopo l'intervento di gastrectomia totale del 4 aprile 2016, non riuscì più ad avere una vita normale ("ha perso 30 kg da allora", spiega il legale), diede il "consenso informato" a quell'asportazione per una "diagnosi di tumore maligno dello stomaco rivelatasi totalmente sbagliata e priva di qualsiasi iscontro". I due medici, "componenti l'equipe che ha prescritto, programmato, gestito ed effettuato l'intervento", tra le altre cose, come scrive il pm, hanno "interpretato in maniera completamente errata la Egds (esofago-gastro-duodenoscopia,ndr) e la Tac addominale del 31 marzo 2016". E hanno "formulato un'errata diagnosi di carcinoma gastrico" senza "attendere l'esito delle biopsie eseguite".

Assenza di esiti di cui non hanno informato, sempre secondo l'accusa, la donna. Né le avrebbero spiegato "le ragioni della scelta di eseguire un'asportazione totale rispetto alla possibilità di procedere ad una asportazione parziale dell'organo". In più, sempre come ricostruito dal pm, nel corso dell'intervento non hanno eseguito biopsie per "acquisire ulteriori elementi di valutazione". E non hanno nemmeno rispettato le "linee guida in materia che impongono, ove possibile, di privilegiare un'asportazione parziale".

IL GRUPPO OSPEDALIERO - "Fin dall'inizio, il chirurgo ha sostenuto con la nostra struttura sanitaria di essere intervenuto su un organo malato, nel primario interesse della paziente e nel pieno rispetto di tutte le regole della scienza medica". Lo spiega il gruppo ospedaliero MultiMedica di Sesto San Giovanni. "In merito al caso che vede la struttura sanitaria citata come responsabile civile nel processo penale a carico di due medici per presunte lesioni colpose nei confronti di una paziente cui fu asportato lo stomaco nel 2016 - si legge in una nota - scossa dai fatti avvenuti presso il suo presidio di Sesto San Giovanni (MI) così come descritti nel capo di imputazione, MultiMedica dichiara di essersi resa fin da subito disponibile a collaborare con la Magistratura, fornendo agli inquirenti tutte le informazioni e gli elementi utili a fare chiarezza sulla vicenda". L'intervento di gastrectomia totale laparoscopica, spiega ancora MultiMedica, "cui si fa riferimento nel processo in corso a Monza, è stato peraltro eseguito, come primo operatore, da un valente e stimato professionista, che opera presso il Gruppo MultiMedica da oltre 15 anni, con oltre 10.000 interventi all'attivo".