Progettavano un attentato terroristico in Italia, fermati 2 jihadisti a Trento

L'uomo, finito ai domiciliari, e la donna di origini kosovare agivano in nome dell'organizzazione "Stato Islamico".

Combattenti dell'Isis

Combattenti dell'Isis

Trento, 24 giugno 2022 - Due giovani incensurati di origine kosovare, un uomo e una donna, marito e moglie, si sarebbero addestrati per compiere atti violenti e avrebbero progettato di compiere in Italia un attentato con ordigni esplosivi, in nome dell'organizzazione terroristica "Stato Islamico" (IS). I Carabinieri del Ros, con il supporto del Comando Provinciale Trento, del Gruppo di Intervento Speciale (Gis), il 15 giugno, hanno eseguito un provvedimento di fermo del Pm, emesso dalla Procura della Repubblica di Trento, nei confronti dei due indagati. Il gip del Tribunale di Rovereto, il 18 giugno, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del solo uomo.

La misura, secondo l'autorità giudiziaria, è legata alla necessità di garantire un percorso di deradicalizzazione dell'indagato, nel quale avrà un ruolo fondamentale la famiglia di origine, perfettamente integrata nel tessuto sociale italiano.  Dalle attività investigative è emerso che i due giovani, nati in Italia da famiglie di origini kosovare, inseriti nel contesto sociale, di lavoro e di studio, avrebbero intrapreso da tempo un percorso di radicalizzazione reso possibile ed efficace dalla propaganda jihadista sul web. Dalle indagini del Ros è emerso che gli indagati, dopo aver commesso l'attentato,si sarebbero dovuti recare in Africa per unirsi alla stessa organizzazione terroristica.

"Insieme alla moglie aveva progettato il viaggio verso la Nigeria, dove è presente una componente regionale dello Stato islamico", ha spiegato il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, nel corso della conferenza stampa sull'operazione.  "Il viaggio viene richiesto come richiamo alla fidelizzazione estrema - ha continuato - Possiamo ipotizzare che il viaggio sarebbe avvenuto dopo la perpetrazione di un attentato". Il comandante del Ros ha aggiunto che l'uomo aveva "acquistato una vettura con cui aveva programmato il viaggio con la moglie fino a Istanbul, per poi raggiungere in aereo la Nigeria".

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbero dovuto commettere un attentato "sicuramente in Trentino, ma non possiamo dire di più", ha spiegato il procuratore capo Sandro Raimondi - per poi andare in Nigeria a combattere con lo Stato Islamico. Lui si trova agli arresti domiciliari, mentre lei, figlia di un imam considerato estremista e attivo in provincia di Siena, è in liberta. Lui si è radicalizzato sui canali Telegram legati allo Stato Islamico, al punto da procurarsi, anche grazie alle sue competenze lavorative, sostanze chimiche necessarie a sintetizzare fino a 400 grammi di Tatp (perossido di acetone), una miscela che - ha spiegato in conferenza stampa a Trento il comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto - è paragonabile alla pericolosità di circa 280-300 grammi di tritolo. 

"È la prima volta che in Italia ci troviamo di fronte ad un radicalizzato in proprio, auto addestratosi sul web, su canali di produzione di materiale operativo dello Stato Islamico, che accantona precursori (sostanze chimiche, ndr) per compiere un attentato. Si tratta di indicazioni che provengono da infusori del pensiero dello Stato islamico che su alcuni video in lingua inglese, francese e araba, parlano di ricette per torte, che sono in sostanza indicazioni su come confezionare un ordigno. Quindi si parla di preparazione militare, con l'indagato che si procura vestiario militare, si fa crescere la barba come gli islamisti kosovari e si prepara ad affrontare questa attività che si doveva concludere con un attentato". Così  Pasquale Angelosanto. Il generale ha inoltre ricordato che l'attentato commesso nel 2009 alla caserma Santa Barbara di Milano, con due feriti tra cui l'attentatore, un libico di 34 anni, era stato fatto con la stessa sostanza: "È la seconda volta che troviamo il Tatp in Italia, la prima in questa quantità. Anche negli attentati in Francia, Belgio e Spagna erano stati utilizzati 4 o 5 chili di questa sostanza che è altamente esplodente e pericolosa", ha aggiunto il comandante del Ros dei carabinieri