Telemarketing "invasivo". Maxi-multa per Altroconsumo, i paladini dei consumatori

Sanzione da 100mila euro per l’associazione che tutela i cittadini: nel mirino il trattamento dei dati personali. Il ricorso presentato da una donna dopo la telefonata ricevuta da un call center a scopi promozionali

Telemarketing (Archivio)

Telemarketing (Archivio)

Milano - Di solito, sono loro che si ergono a difensori dei consumatori, tutelandone i diritti, sostenendoli nelle azioni legali e mettendoli in guardia da truffe e disservizi. Del resto, la mission di Altroconsumo è sempre la stessa da mezzo secolo: informare e tutelare i consumatori. Stavolta, però, è toccato proprio all’associazione, fondata nel 1973 a Milano, difendersi dalle lamentele di una donna, che si è rivolta al Garante della privacy per contestare una telefonata promozionale indesiderata. Non è andata benissimo: Altroconsumo dovrà pagare una multa da 100mila euro.

Telefonata indesiderata

La storia, secondo quanto riportato nel provvedimento che ha disposto la sanzione, inizia il 25 settembre 2020, quando la donna viene contattata da un call center con sede a Inveruno per conto di Altroconsumo Edizioni srl, la sezione che si occupa di settimanali, mensili e guide pratiche. L’utente scrive all’associazione di consumatori il 6 ottobre 2020 per avere spiegazioni sull’accaduto; otto giorni dopo, le rispondono che il suo contatto è stato fornito dalla società tedesca Toleadoo Gmbh, di cui Altroconsumo si avvale "per reperire liste di utenti verso cui indirizzare le proprie promozioni". A sua volta, Toleadoo dichiara di aver acquisito i dati della donna l’8 settembre 2016, "in occasione dell’iscrizione al concorso www.vincitore-selezionato.it ", e assicura che l’utente ha espresso il "consenso per finalità di marketing e per la cessione dei dati a terzi".

L'iniziativa del Garante

A quel punto, entra in campo il Garante, che chiede chiarimenti ad Altroconsumo per capire "se le criticità segnalate possano essere attribuite a episodiche condotte o ad anomalie di sistema". L’associazione descrive la procedura adottata per la formazione delle liste di numeri "potenzialmente contattabili", assicurando di effettuare controlli a campione ("normalmente 5 numerazioni") e di utilizzare il procedimento della "deduplica", che consiste nell’identificazione di dati doppi all’interno di un database; inoltre, chiosa, solo nel 2020 sono stati gestiti 2.698.000 contatti telefonici, "da cui sono derivati 22.317 soci".

E ancora: nella difesa, Altroconsumo, pur impegnandosi a introdurre misure correttive, sostiene di aver agito correttamente. Per il Garante non è così. In primo luogo, l’Authority ha rilevato carenze sulle informazioni relative al trattamento dei dati personali. Di più: la verifica a campione, limitata a sole cinque numerazioni (anche se ripetuta più volte in un anno) rispetto alla mole delle utenze contattate (quasi 2,7 milioni), "non appare sufficiente a garantire un livello di tutela adeguato, riducendo il controllo a un mero formalismo". Conclusione: multa da 100mila euro.