Tacconi e l'aneurisma, un mese di paura. Il figlio: lotti come un leone

Da qualche giorno l'ex portiere non è più in terapia intensiva ma nel reparto di Neurochirurgia

Stefano Tacconi con il figlio Andrea

Stefano Tacconi con il figlio Andrea

"È passato esattamente un mese da quel terribile giorno, un mese fatto di terrore, paura, fiducia e speranza... E tu continui a lottare come un leone. Orgoglioso di te. Avanti così!". Lo scrive su Facebook Andrea  Tacconi, figlio dell'ex portiere della Juventus e della Nazionale Stefano, che ha lasciato sabato scorso, 21 maggio. il reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Alessandria, dove è ricoverato in seguito al malore dello scorso

"Il paziente è stato trasferito dalla Terapia Intensiva al reparto di Neurochirurgia. Ha acquisito l'autonomia respiratoria e un buon stato di vigilanza", aveva spiegato  Andrea Barbanera, direttore della Struttura di Neurochirurgia, dell'ospedale di Alessandria che sta trattando Stefano Tacconi.  "Questo ci permette  - aveva aggiunto - di essere più ottimisti: sarà necessario gestire alcune problematiche nel reparto di Neurochirurgia, ma possiamo ipotizzare il trasferimento presso una struttura di riabilitazione tra un paio di settimane".

 L'ex calciatore è ricoverato ad Alessandria dallo scorso 23 aprile dopo una emorragia cerebrale da rottura di aneurisma. Il 13 maggio ha compiuto 65 anni. Il quella occasione aveva parlato alla stampa la moglie Laura: "Una giornata molto emozionante, perché è anche il nostro anniversario di matrimonio. Stiamo sempre con lui, gli teniamo la mano, reagisce con gli occhi. Ci vorrà molto tempo, però sta reagendo bene. È stata molto dura dal 23 aprile, giorno del mio compleanno, quando si è sentito male. È stato devastante, si è fermato il mondo"» La famiglia aveva portato a  Stefano regali. "Siccome lui ama muovere le sue manone da portiere,  gli abbiamo fatto tante scatolette con tutti gli oggettini importanti per lui. Vogliamo vedere se li riconosce, se ha memoria".