Lombardia, fuga dai piccoli centri: tra 50 anni il 35% senza residenti. Ecco le province più a rischio

In Lombardia si contano 265 realtà ad alto pericolo di spopolamento Allarme moderato in altri 255. A Pavia la concentrazione più alta (43%). A nord il fenomeno si concentra nelle zone di bassa e media montagna

Rischio spopolamento nei piccoli centri

Rischio spopolamento nei piccoli centri

Sono 265 i comuni lombardi ad alto rischio di spopolamento. Se aggiungiamo anche 255 comuni a rischio moderato, si arriva ad un 35% del totale di comuni lombardi che deve fronteggiare il problema del progressivo calo della popolazione e che, tra 50 anni, rischiano concretamente di non avere più popolazione. A tracciare il quadro è il report di PoliS-Lombardia, che ha preso in considerazione cinque indicatori considerati utili per la lettura del rischio di spopolamento dei comuni lombardi: densità abitativa, tasso di crescita naturale, tasso migratorio totale, indice di vecchiaia, quota percentuale di popolazione in età attiva.

Cosa emerge? Innanzitutto, il fenomeno dello spopolamento demografico, nel prossimo decennio, coinvolgerà soprattutto comuni delle aree montane della regione (bassa e media Valtellina e area montana delle province di Como, Lecco, Bergamo e Brescia), dell’Oltrepò Pavese e della bassa fascia padana (basso lodigiano, cremonese, mantovano). Lo spopolamento del territorio è un processo degenerativo incrementale in termini di perdita di vitalità demografica e sociale: le aree che progressivamente perdono popolazione, attività, attrattività, tendono a farlo sempre più.

Si instaurano circoli viziosi difficilmente reversibili, perché soprattutto i giovani residenti, se non riconoscono motivi significativi per restare sul territorio, tendono a muoversi altrove per realizzare i propri progetti formativi, lavorativi, familiari, ricreativi. A penalizzare i comuni ad alto rischio di spopolamento sono soprattutto la scarsa natalità, la ridotta attrattività migratoria e il progressivo invecchiamento della popolazione: tutti fattori che, combinandosi, hanno fatto sì che dal 2002 ad oggi la popolazione residente si sia ridotta complessivamente di quasi 11 punti percentuali.

Tra le provincie, quella di Pavia presenta la maggiore concentrazione di comuni ad alto rischio di spopolamento (79, il 43%), seguita dalla provincia di Cremona (il 27%) e da quelle di Mantova e Sondrio (25%). Il problema, nel Pavese, è dovuto alla scarsa natalità (rispetto ai decessi) e al progressivo invecchiamento di una popolazione già più anziana della media. Nei comuni ad alto rischio della provincia di Cremona e di Mantova il segnale d’allarme è soprattutto la scarsa capacità attrattiva. I comuni ad alto rischio della provincia di Sondrio sono i meno popolosi della Lombardia e sono quelli dove il problema dell’invecchiamento è più allarmante. Anche in altre province, i segnali di allarme hanno generato una significativa contrazione nella popolazione residente: sono i comuni ad alto rischio della provincia di Bergamo, dove oggi sono residenti 86 persone ogni 100 che lo erano vent’anni fa, ma anche l’unico ad alto rischio della provincia di Milano (Morimondo) con 88 residenti ogni 100 del 2002.