
Piero Varisco, titolare del bar di Robbiate
Lecco, 6 dicembre 2015 - Alle macchinette mangia soldi lui ha detto no. Anche se economicamente parlando ci perde e parecchio pure. Piero Varisco, 65 anni, titolare del bar «Piero l’oste» di Robbiate, ha deciso di buttare fuori le slot elettroniche dal suo locale, che si affaccia in via Mario Riva, direttamente sulla Sp 54 Monticello Brianza – Paderno d’Adda, aperto nel 1961 ed ereditato dai genitori. Era stufo di osservare impotente i clienti, molti dei quali sono suoi amici, che sperperavano stipendi e pensioni tentando la sorte. «Non ne potevo veramente più, mi piangeva il cuore – racconta -. Ho visto persone rovinarsi e piangere, alcuni spendevano 500, altri addirittura mille auro al giorno. Io provavo a intervenire, ma non mi ascoltavano, proprio come fossero dei drogati di gioco».
Ne aveva tre di videopoker. È stato uno dei primi tra la fine degli anni ‘80 e i primi dei ‘90 a installarli, quando ancora si utilizzavano le lire e le vincite si incassavano in scontrini e in buoni per le consumazioni invece che in moneta sonante. Ed è stato anche uno dei primi, o meglio dei pochi, a rinunciarci, con quello che ne consegue in termini di indotto e di ordinazione al bancone. «È inutile negarlo, mi tornavano comodo, aiutavano gli affari, altrimenti non le avrei tenute così a lungo – prosegue -. Tuttavia non mi pento della decisione, meglio qualche soldo in meno che quello spettacolo quotidiano di gente imbambolata per ore davanti ai monitor per rincorrere il miraggio della fortuna anche quando, si sa, il banco vince sempre». E poi i litigi e le discussioni inutili tra gli avventori per tenere costantemente occupate le macchinette nella speranza vana che la giocata successiva sarebbe stata quella buona, oppure per il nervosismo provocato dalla frustrazione delle continue sconfitte. «Qualcuno si è lamentato, pure i gestori dei terminali hanno cercato di insistere e convincermi ad un ripensamento, ma io non voglio più saperne nulla di quelle diavolerie...». Senza dimenticare i furti: «Ne ho subiti tre per colpa delle slot, sono una tentazione irresistibile per i ladri, anzi, personalmente credo che i videopker servano solo a loro e ai delinquenti».
Al loro posto ha posizionato un bel divano comodo, simbolo del nuovo corso: «I clienti si siedono, chiacchierano, sorseggiano con calma un aperitivo, una birra o un bicchiere di buon vino in compagnia o degustano i miei piatti». L’azzardo da «Piero l’oste» ormai è solo un ricordo e nessuno ne sente più la mancanza. Spera che altri seguano il suo esempio, consiglia a tutti i colleghi di agire come lui e confida che magari gli amministratori municipali della zona, come avviene in alcuni paesi, incentivino i baristi a bandire le famigerate macchinette con agevolazioni fiscali o altri benefit.
di DANIELE DE SALVO