Da portatori a protagonisti: gli sherpa scalano per la prima volta il K2 d'inverno

La bellissima storia del popolo delle alte quote: in vetta sventola la bandiera del Nepal

Gli sherpa in cima al K2 con la bandiera nepalese

Gli sherpa in cima al K2 con la bandiera nepalese

Milano, 16 gennaio 2021 - Da portatori ad alpinisti formidabili. Il K2, l'ultima montagna di ottomila metri che ancora aveva resistito nella stagione invernale agli scalatori più forti del mondo, si inchina al popolo Sherpa. Da poco infatti, sulla vetta di 8.611 metri, sventola la caratteristica bandiera rossa a due punte del Nepal.

A portarla fin lassù nel tremendo inverno del Karakorum, in Pakistan, sono stati dieci scalatori fra i quali Mingma G, Mingma David Sherpa, Mingma Tenzi Sherpa, Sona Sherpa, Nirmal Purja. Per superare le difficoltà dello Sperone Abruzzi nei giorni scorsi avevano creato un'alleanza che ha coinvolto diverse spedizioni, unendo le forze con lo scopo di arrivare sempre più in alto, dove nessuno era mai riuscito prima. Davanti ci sono sempre stati gli Sherpa. Gli scalatori di altre spedizioni internazionali, fra i quali anche l’altoatesina Tamara Lunger e il milanese Mattia Conte, sono impegnati più in basso sulla montagna.

La prima invernale del K2 era molto ambita. Soprattutto negli ultimi anni, tante spedizioni  avevano provato a scalare la montagna in inverno con gli “stili” più diversi. Dagli assalti più pesanti, con corde fisse e tanti uomini, ai singoli assoli senza ossigeno. Memorabile quello di Denis Urubko fino a 7.600 metri nel 2018.  Non si sa ancora se i nepalesi abbiano utilizzato l'ossigeno lungo la via. Ma con la “prima” invernale il popolo nepalese delle alte quote, che dall'inizio del secolo scorso è stato un prezioso gregario nelle spedizioni occidentali alla conquista dei colossi himalayani di ottomila metri, questa volta diventa finalmente il vero e unico protagonista. E il collegamento naturale è con i primi passi percorsi da Tenzing Norgay sulla vetta dell'Everest il 29 maggio del 1953 con Edmund Hillary. Ora però per le celebrazioni bisogna aspettare che gli alpinisti riescano a tornare sani e salvi al campo base. La vetta è stata raggiunta piuttosto tardi e dovranno trascorrere altre ore molto rischiose sulla seconda montagna più alta della terra.