Seoul, strage di Halloween. Il racconto di Elisa Redaelli: "Paura, dolore, un incubo"

La 23enne studentessa di Desio da tre anni sta svolgendo un master nella capitale, dove sono morte oltre 150 persone: "Polizia quasi del tutto assente. Sapevo che muoversi in quel quartiere sarebbe stato un inferno"

Seoul (Corea del Sud), 31 ottobre 2022 - "Doveva essere una festa e invece si è trasformata in un incubo. Ma io sapevo che muoversi sarebbe stato un inferno in quella zona e con degli amici abbiamo preferito andare in un altro quartiere...". Se l'è vista veramente brutta, Elisa Redaelli, 23enne studentessa desiana che da tre anni sta svolgendo un master a Seoul: la città che adora e dove vorrebbe rimanere a lungo, per lavorare come manager nel mondo della moda. La città dove le celebrazioni per Halloween si sono trasformate in una carneficina, con oltre 150 persone morte schiacciate, in mezzo a una folla di oltre 100mila corpi.

Come trascorre, questa dolorosa domenica, a Seoul? "E' una domenica molto silenziosa. Io e i miei amici ci eravamo ripromessi di distaccarci dai social per un paio di giorni per evitare di rivedere quelle immagini ma non ci stiamo riuscendo. Non siamo nemmeno riusciti a dormire. Siamo in ansia di sapere meglio come un fatto così triste sia potuto succedere. Siamo sconvolti. Ha segnato tutti i giovani qui. Ora cerchiamo di stare vicini, anche per cercare di elaborare meglio il tutto".

Tu eri stata in quel luogo poco prima, com'era la situazione? "Sono stata ad Itaewon la sera prima, per assistere ad un concerto in una discoteca. Sono arrivata per le 23. Invece che impiegarci 30 minuti, il bus ne ha impiegati quasi 50. Infatti, una volta arrivati nella strada principale di Itaewon, il traffico era veramente assurdo. La gente era tanta, ma nella norma. Si riusciva a camminare. Era proprio come nel 2019, prima della pandemia. E anche l’atmosfera era pura gioia. Eravamo finalmente liberi dopo due anni di severe restrizioni. La discoteca dell’evento è situata proprio nel vicolo dell’incidente di ieri. Quando ho visto le immagini di quello che è successo mi sono sentita veramente male".

Poi nel momento della tragedia dove ti trovavi? "Questo sabato di Halloween io e degli amici avevamo deciso interrompere la tradizione di andare a Itaewon perché sapevamo che sarebbe stato un vero inferno muoversi. Itaewon è il posto per eccellenza in cui trascorrere questa festa. Inoltre tutti ci aspettavamo un’affluenza mai vista prima. Quindi abbiamo optato per stare ad Hongdae, un’altra zona per giovani piena di locali. Poco dopo mezzanotte ho ricevuto dei messaggi da alcuni compagni di corso che allertavano di stare lontani da Itaewon perché stavano arrivando tantissime ambulanze, macchine della polizia e vigili del fuoco e c’erano delle vittime".

Cosa hai saputo? C'erano tuoi amici o conoscenti? "Nei primi messaggi che ho ricevuto si parlava di una fuga improvvisa, che ha portato la massa di gente a cadere uno sopra l’altro. Ho subito contattato degli amici che erano ad Itaewon e mi hanno riferito che la polizia urlava di fare spazio, che c’erano persone che stavano morendo e di tornare a casa. Per fortuna tutti i miei amici sono riusciti a correre verso la metro. È anche arrivato un messaggio di allarme su tutti i cellulari presenti nella zona che incitava la gente a tornare a casa".

Secondo te perchè è successo? "Il primo motivo è la configurazione stessa del quartiere.  Sono letteralmente due vie principali collegate tra loro da dei vicoli. La folla per spostarsi da una via all’altra deve utilizzare questi vicoli che creano come effetto quello di rimanere imbottigliati. Inoltre, il vicolo dell’incidente è in pendenza. Un ulteriore motivo è che più di 100 mila persone erano ad Itaewon la scorsa sera, ma la polizia era quasi del tutto assente. A quanto pare dicono che si aspettassero che nulla di eccezionale sarebbe accaduto quest’anno e hanno mandato un numero spropositato di poliziotti a sorvegliare una protesta a Gwanghwamun. La folla non è stata controllata affatto. Nel momento in cui, ore prima dell’incidente, la folla era già bloccata tra queste strade, avrebbero dovuto limitare l’arrivo di ulteriori persone".

Hai avuto paura? "Ho avuto paura per gli amici che erano lì. E ho provato un dolore atroce nel vedere quelle immagini. Sapere come un momento di festa per noi ragazzi si è trasformato in un incubo in pochi secondi è stato traumatizzante. Vedere il vicolo dove la sera precedente avevo trascorso momenti di gioia trasformato in un inferno ed oggi in un luogo in cui portare fiori alle vittime mi ha distrutta".

Adesso come è la situazione? Disagi? "La strada principale è stata riaperta al traffico poche ore dopo l’incidente. Alle 3 di notte hanno attivato dei bus eccezionali per aiutare la gente a tornare a casa. Fino al 5 novembre saremo in lutto nazionale".

Come sei arrivata a Seoul? "Nel 2020 mi sono laureata in Lingua, Cultura e Società della Corea a Ca’ Foscari. Durante il mio ultimo anno ho trascorso un semestre come exchange student alla Chung Ang University a Seoul e mi sono innamorata delle varie sfaccettature di questa città. Così, nel 2021 mi sono trasferita qui e ora sto frequentando un MBA in Korea and Asia Business Studies".