Milano – Meno dispersione esplicita, ovvero di giovani che abbandonano precocemente il sistema di formazione e istruzione, ma aumenta la dispersione implicita rispetto al pre-Covid, cioè sempre più studenti non raggiungono livelli di competenza adeguati.
Un quadro con molte sfumature quello sulla condizione giovanile 2023 pubblicato da PoliS-Lombardia, sulla base delle analisi dell’Osservatorio regionale sulla condizione giovanile, in raccordo con Unicatt e Istituto Toniolo. Se il calo demografico impone una riflessione sullo squilibrio generazionale e le sue conseguenze (sostenibilità per il sistema produttivo e per quello di welfare), c’è anche il tema della qualità della formazione dei giovani che, stando all’Osservatorio, risultano poco attivati nel contesto sociale ma anche poco qualificati già a partire dagli anni della scuola dell’obbligo.
Un primo gap lo si riscontra guardando all’incidenza dei laureati (o comunque di chi possiede altri titoli terziari) rispetto alle regioni europee che, per produttività, possono esser confrontate con la Lombardia. Nel 2022, nella nostra regione, i laureati fra 30 e 34 anni erano il 31,3% contro il 55,5% della Catalogna. Non solo la percentuale è la più bassa rispetto a questa zona, ma anche a quella dell’Auvergne-Rhône-Alpes e di Baden-Württemberg, ma è anche in calo rispetto agli anni precedenti: mentre nelle altre tre, infatti, si è registrato un aumento di laureati tra il 2018 ed il 2022, in Lombardia si è scesi dal 33% al 31,3%. Più confortanti i dati degli abbandoni scolastici, che arrivano al 9,9% nella fascia tra i 18 ed i 24 anni (ma in valore assoluto parliamo di migliaia di ragazzi e ragazze che non hanno completato gli studi), in calo rispetto all’11,5% del 2019. Tuttavia, se guardiamo alle competenze acquisite in base ai dati Invalsi, si rileva che ben il 32,9% di studenti del terzo anno delle medie non ha una competenza alfabetica adeguata, percentuale che cresce al 34,7% per le competenze numeriche.
Preoccupa il trend, perché nel 2018 queste percentuali erano rispettivamente il 27,2% ed il 29,4%. I tassi di occupazione e disoccupazione sono comunque migliori rispetto a quelli del resto d’Italia, ma, considerando che le competenze sono fondamentali per un futuro lavorativo soddisfacente, è significativo che il 40% dei giovani lombardi fra 16 e 34 anni dichiari di percepire elevati livelli di incertezza sul fronte economico, sociale e ambientale. Guardando al futuro, anzi, un quarto di ragazzi e ragazze fra 20 e 34 anni pensa di non aver figli nei prossimi 12 mesi per effetto della situazione economica e lavorativa precaria, un 4-5% per la situazione abitativa, e un 10% in media (con differenze tra le province che vanno dal 7,3% di Milano all’11,7% a Bergamo e Brescia) per mancanza di sicurezze nella vita.