Milano, 21 gennaio 2021- Va in onda la protesta e la disperazione di ristoratori, gestori di bar e discoteche con una serie di proteste.
Una prima manifestazione di questa mattina: un contenitore pieno di chiavi a simboleggiare le loro attività chiuse e cesti di cibo inutilizzato sono stati consegnati al prefetto di Milano, Renato Saccone. 'Basta Siamo Stremati" è il nome della protesta guidata da Alfredo Zini che opera nel settore da quattro generazioni. "Senza ulteriori aiuti e riforme strutturali la ristorazione muore", dice Zini che, a nome dell'associazione Ristoratori Milanesi, ha inviato una lettera anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con proposte per salvare il comparto. Tra queste la riduzione proporzionata del pagamento della contribuzione del costo del lavoro, tasse, tributi locali ed energia riparametrati alle restrizioni imposte dal distanziamento e dalle chiusure anticipate, ma anche l'istituzione di un Commissario straordinario, competente del settore Horeca, per gestire modalità di apertura e erogazione dei ristori.
Ma sempre questa mattina una nutrita delegazione della Brianza ha organizzato un blitz con un corteo di auto per arrivare sotto il Palazzo della Regione. Un primo gruppo è partito da Giussano dove la Valassina diventa a 3 corsie e via via si sono aggiunte le altre macchine. Un centinaio di mezzi che hanno invitabilmente rallentato il traffico verso Milano sulla Statale 36. Alla protesta hanno partecipato rstoratori ma anche ambulanti e titolari di autonegozi (i cosiddetti "paninari"). La Polizia di Stato, che vigila sulla manifestazione, ha costretto i partecipanti a posteggiare le auto, circa 150, lungo viale Zara e a recarsi in piazza città di Lombardia a piedi: solo una delegazione di 7 autonegozi è stata autorizzata. Secondo la Questura il presidio si sta svolgendo in tranquillità e una delegazione dovrebbe presto essere ricevuta negli uffici della Regione. Sul loro striscione una scritta recita "Dipendenti ristoranti e baristi de dané pochi ne han visti"
"Abbiamo lasciato libera la corsa d'emergenza e quella di sorpasso - ha spiegato Mauro Meda, imprenditore di Seregno - in modo che potessero passare i mezzi di soccorso e siamo andati a circa 40 km all'ora. Qualcuno arriverà al lavoro dieci minuti in ritardo, così capirà come ci sentiamo noi che non possiamo andare a lavorare!".. .