
Scuola (immagine di archivio)
Milano, 4 novembre 2014 - Cremona mantiene l’autonomia. I provveditorati di Monza Brianza, Lecco e Lodi potrebbero sparire e venire accorpati rispettivamente a quelli di Milano, Bergamo e Pavia. Complessivamente 547 scuole, tra statali e paritarie, per un totale di 208.605 alunni lombardi perderanno un riferimento diretto sul territorio. Questo il piano di riorganizzazione degli uffici della direzione scolastica regionale – che da 21 devono essere portati a 14 – proposto ieri pomeriggio dal neodirettore, Delia Campanelli, alle rappresentanze sindacali del personale degli uffici scolastici territoriali. Una proposta che dovrà essere avvallata dal Ministero dell’Istruzione.
Come aveva anticipato Il Giorno, gli ex provveditorati si ridurranno di numero, da 12 a 9, nonostante i dipendenti degli uffici di Monza, Lecco e Lodi abbiano firmato all’unanimità un documento di protesta all’indirizzo del direttore scolastico regionale. «Con la riorganizzazione è in gioco il lavoro di tanti dipendenti – affermano – oltre alla ricaduta sul servizio e sul funzionamento di tutte le istituzioni scolastiche». La Uil-PA ieri ha ribadito il proprio no alla «sparizione di uffici sul territorio, più vicini all’utenza scolastica», chiedendo «la revisione della proposta presentata, alla luce di una attenta analisi delle “pesature degli Uffici” e del modello organizzativo che si vuole dare all’amministrazione della scuola lombarda». Meno uffici in direzione, «visto che il ministro stesso ha raccomandato di diminuire il meno possibile gli uffici sul territorio», dichiara Teresa Palese, della Uil-Pa. Anche in vista del massiccio reclutamento annunciato (dal ministro Giannini e dal premier Renzi) di forze giovani nella scuola. Al momento gli uffici della sede direzionale di via Pola verrebbero ridotti da 6 a 5, con l’accorpamento dell’ufficio per le scuole non statali con quello per le risorse finanziarie. Due le preoccupazioni del sindacato: «Tutta una serie di pratiche – affermano – dalle pensioni alle domande di trasferimento, dall’assegnazione di insegnanti di sostegno alle documentazioni per gli studenti stranieri verrebbe accentrato in uffici a decine di chilometri di distanza dall’utenza». Docenti e dirigenti monzesi, lecchesi e lodigiani dovranno recarsi a Milano, Bergamo e Pavia. Dove, tra l’altro, il lavoro dei provveditorati raddoppierebbe. Seconda preoccupazione dei dipendenti: «Che all’accorpamento segua la mobilità d’ufficio del personale». Proprio su questa motivazione, il provveditorato di Cremona per ora salva la pelle. Nel loro documento, i dipendenti avevano fatto notare che «accorpare Cremona a Mantova è in violazione» alla riforma delle PA, «che pone il limite dei 50 chilometri».