Piazza della Loggia: la sentenza apre uno spiraglio

Ci saranno voluti quarantuno anni, ma una risposta chiara si è avuta. Brescia ci ha creduto, non ha dimenticato quel sangue innocente, Milano ha tenuto un atteggiamento diverso e piazza Fontana resta lì, sospesa nel limbo con i suoi morti di Ivano Costa, caporedattore de Il Giorno

Ergastolo per gli imputati della strage di Piazza della Loggia a Brescia. Ci sono voluti solo quarant’anni. Quattro decadi di depistaggi, insabbiamenti, di verità taciute di gente che ci ha campato scrivendo libri e fingendosi esperta. Giustizia è fatta o abbiamo solo chiuso un procedimento pena?  Giacomo, da ilgiorno.it  Dopo 40 anni il processo perde autorevolezza, perché essendo passati tanti anni non ci sono più prove materiali.  Fiedel, da ilgiorno.it

--------------------------------

Ci saranno voluti quarantuno anni, ma una risposta chiara si è avuta. Brescia ci ha creduto, non ha dimenticato quel sangue innocente, Milano ha tenuto un atteggiamento diverso e piazza Fontana resta lì, sospesa nel limbo con i suoi morti. Non c’è da esultare, in questa verità processuale c’è però molto da capire e lo si potrà fare solo quando si potranno leggere le motivazioni che hanno portato i giudici a condannare all’ergastolo l’ottantenne Carlo Maria Maggi e la fonte “Tritone” dei servizi segreti, Maurizio Tramonte ,per la strage del 28 maggio 1974. L’impressione è che ci sia stato un cambio di passo. Quando la Cassazione ha disposto che fosse rifatto il processo per la strage di piazza della Loggia non ha mancato di sottolineare la «gravità indiziaria» delle dichiarazioni di Carlo Digilio, l’armiere pentito di Ordine Nuovo, esperto di esplosivi. Dichiarazioni che non erano state tenute finora in grande considerazione al pari di quelle che aveva reso per piazza Fontana. Lo spiraglio aperto dalla sentenza per Brescia potrebbe portare nuova luce sulla strage di Milano e la strategia della tensione.  ivano.costa@ilgiorno.net