MANUELA MARZIANI
Cronaca

Peste suina africana in Oltrepo: si allarga la zona rossa. E Voghera può entrare in zona gialla

Gli allevatori chiedono più abbattimenti per salvare il settore suinicolo. Stop alla raccolta funghi per i non residenti

Peste suina

Peste suina

Pavia, 26 giugno 2023 – È probabile che altri provvedimenti per contrastare la Peste suina africana (Psa) saranno assunti in settimana. Sul tavolo un possibile allargamento della zona rossa ai comuni di Godiasco Salice Terme e Rivanazzano Terme. Che si trovano vicini ai due centri, Bagnaria e Ponte Nizza, in cui sono state trovate carcasse di cinghiali infette. Inoltre potrebbe essere estesa a Voghera e a Retorbido la zona gialla. Intanto, dopo la conferma arrivata dall’istituto zooprofilattico di Perugia, aumentano le preoccupazioni.

Stop anche alla raccolta funghi

Negli 11 paesi della zona rossa sono comparsi i cartelli che invitano residenti e turisti a tenere tutta una serie di comportamenti e divieti come la raccolta funghi che era stata riaperta ai non residenti e da oggi, lunedì 26 giugno, è stata chiusa anche a chi possiede una seconda casa o un alloggio in affitto nei Comuni interessati dalle restrizioni. La Regione dalla metà del prossimo mese impiegherà anche l’esercito per la ricerca di animali infetti o morti e un grosso aiuto potrebbe arrivare pure dall’impiego di droni.

Nell’attesa la Provincia garantisce la sorveglianza anche con volontari e alcune ditte specializzate hanno ricevuto l’incarico di aumentare la percentuale di abbattimento dei cinghiali. Dalla Regione, invece, sono stati stanziati 2,2 milioni di euro per la protezione degli allevamenti dei suini. Si trova in Lombardia, infatti, il 50% della produzione suinicola nazionale.

Arriva l’esercito

“Purtroppo sapevamo che sarebbe stata solo questione di tempo – ha detto Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – e che il Pavese, confinando con il Piemonte ed essendo estremamente vicino alla Liguria, regioni in cui la Psa è già presente, sarebbe stato il territorio più a rischio. Ora è ancora più necessario rafforzare le misure di biosicurezza presenti all’interno dei nostri allevamenti”. Ben venga quindi anche l’impiego dell’esercito: “È l’unico modo che abbiamo per rallentare il diffondersi della patologia – ha proseguito Cortesi –. Prioritario recuperare ciò che non è stato fatto finora, per evitare danni maggiori”.

I danni potenziali

E i potenziali danni sarebbero ingenti: nella sola provincia di Mantova il settore suinicolo conta su oltre 450 allevamenti, per 1,1 milioni di capi in stalla, il 54,3% delle macellazioni regionali ed oltre il 19% di quelle nazionali. Il settore, a livello nazionale, vale oltre un miliardo di euro, con migliaia di addetti impiegati nelle varie fasi della lavorazione delle carni: "Un patrimonio – ha concluso Cortesi – che la Psa rischia di spazzare via. Non possiamo assolutamente permetterlo”.

“La situazione è gravissima serve arginare questa piaga prima che si arrivi al blocco della circolazione dei prodotti di derivazione suina – ha aggiunto Paolo Maccazzola presidente di Cia Lombardia – Non possiamo lasciare in mano ai cacciatori e alle guardie forestali tutta la responsabilità del contenimento, sono necessari abbattimenti fatti in maniera mirata e soprattutto in tempi rapidi”.