VIRGINIA PEDANI
Cronaca

Pausa caffè, Cassazione: "Niente malattia o invalidità, rischio e pericolo del lavoratore"

La sentenza arriva dopo il ricorso di una impiegata della Procura di Firenze che si è rotta il polso per strada mentre stava andando al bar

Pausa caffè al bar

Roma, 9 novembre 2021 - La tazzina di caffè al bar rientra nel manuale dei costumi "non scritto" di centinaia di migliaia di lavoratori italiani. Ma da oggi, anche se con il consenso del capo e in orario di servizio, questo rito potrebbe essere messo a dura prova. Infatti, l'ultima sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che "non ci sarà indennizzo per malattia né riconoscimento di invalidità per i lavoratori ai quali capita un infortunio durante il rito della pausa caffè in orario di servizio".

La decisione arriva dopo il ricorso presentato dall'Inail contro l'indennizzo del 10% in favore di una impiegata della Procura di Firenze che si è rotta il polso cadendo per strada, mentre era uscita proprio per la pausa caffè. In particolare, in base a quanto scrivono i supremi giudici, "non ha diritto alla tutela assicurativa chi affronta un rischio scaturito da una 'scelta arbitraria' e 'mosso da impulsi' nonché per soddisfare esigenze personali crei e affronti volutamente una situazione diversa da quella inerente all'attività lavorativa".

L'impiegata, di nome Rosanna, aveva vinto in primo e secondo grado davanti al Tribunale e alla Corte di Appello di Firenze e aveva ottenuto dall'Inail l'indennità di "malattia assoluta temporanea", oltre all'indennizzo per danno permanente del 10% dopo la caduta per strada avvenuta a luglio del 2010. Ora, undici anni dopo, Rosanna ha perso il diritto agli indennizzi ed è stata condannata a pagare 5.300 euro di spese legali e di giustizia.