Il Papa intervistato da Fazio: "Da piccolo volevo fare il macellaio, per i soldi"

Il Pontefice a tutto campo contro le guerre e il male: “Il senso dell’umorismo? E’ una medicina. Fa tanto bene, ti fa relativizzare le cose, ridà una gioia interiore“

Papa Francesco intervistato da Fabio Fazio

Papa Francesco intervistato da Fabio Fazio

“Il senso dell’umorismo? E’ una medicina. Fa tanto bene, ti fa relativizzare le cose, ti ridà una gioia interiore“. Lo racconta Papa Francesco a Fabio Fazio in collegamento da Casa Santa Marta a “Che Tempo che Fa“ su Rai3. Un’intervista senza precedenti andata in onda alle 21 sulla Rai. "Ai genitori dico sempre una parola: vicinanza con i figli. Io faccio sempre una domanda: tu giochi con i tuoi figli? A volte sento risposte dolorose: quando esco a lavorare dormono. Giocare con i propri figli e non spaventarsi di cosa dicono o quando un adolescente fa qualche scivolata, stare loro vicino. Ascoltarli, i genitori devono quasi essere complici dei figli, quella complicita' che fa si' che padri e figli crescano insieme".

Tanti i temi toccati dal Pontefice, tra cui l'immigrazione, con un preciso appello all'Europa: "Il Mediterraneo e' il cimitero piu' grande d'Europa", ed i paesi del Vecchio Continente devono dire "ognuno quanti migranti possono accogliere". Quello che si fa con i migranti "e' criminale". In Libia ci sono veri e propri lager. Quello che si fa con i migranti e' criminale". Il migrante "va sempre accolto, accompagnato, promosso e integrato" ma noi "con i media guardiamo tutto, e' una tragedia, poi non guardiamo piu'", ma "non basta vedere e necessario sentire, toccare". "Farsi carico del'altro, se noi guardiamo senza toccare con le nostre mani il dolore della gente mai potremmo mettere soluzione, trovare una via".  "La cultura dell'indifferenze è quando io guardo da un altra parte, non tocco o guardo a distanza".

Alla domanda: "Lei si sente mai solo? Ha degli amici?", Bergoglio ha risposto senza esitare:  «Ho degli amici che mi aiutano, conoscono la mia vita, Io ho delle mie anormalità ma sono un uomo comune, che ha amici, mi piace stare con gli amici, ho bisogno di loro. Le amicizie mi danno forza, ho bisogno degli amici, sono pochi ma veri», ha proseguito il Pontefice che ha rivelato: «Da piccolo volevo fare il macellaio per i soldi, ne hanno tanti. Mi piacevano anche la chimica, la medicina e volevo entrare nella facoltà di Medicina quando a 19 anni è arrivata la vocazione e sono entrato in Seminario» 

“La Chiesa del futuro la immagino come San Paolo dopo il concilio, poi ho fatto Evangeli Gaudium. Io immagino una chiesa in pellegrinaggio, oggi il male della chiesa più grande è la mondanità spirituale. La chiesa mondana è il peggio dei mali che può accadere, peggio dei Papi libertini. Questa mondanità spirituale dentro la chiesa fa crescere il clericalismo che è una perversione della chiesa perché porta alla rigidità e sotto la rigidità c‘è sempre putredine, sempre. La chiesa va avanti con la parola di Dio, senza la carne di Dio non c‘è redenzione possibile. Il verbo si è fatto carne e in questo c‘è il futuro della chiesa“.

“Il clericalismo è un male della Chiesa, il clericalismo genera rigidità e sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre, questo succede oggi nella Chiesa. Il clericalismo porta a posizioni rigide, ideologicamente rigide e l’ideologia prende il posto del Vangelo”. Questo accade “su atteggiamenti pastorali che sono vecchi”, ma “senza carne di Cristo non c’è Chiesa possibile” perché “il Verbo si è fatto carne”. «Una domanda a cui mai sono riuscito a rispondere è ‘perche soffrono i bambini?’ Non ho risposte a questo. Non c’è risposta. Lui è forte nell’amore, l’odio la distruzione è nelle mani di un altro. Nel rapporto di Dio col Figlio potremmo vedere cosa c’è nel cuore di Dio quando accadono queste cose».

Non parlate con il male, è il messaggio. «Gesù non mai ha dialogato col diavolo: o lo caccia o gli risponde con la Bibbia, questo vale per tutte le tentazioni. Alla domanda perchè soffrono i bambini trovo solo la risposta soffrire con loro. In questo ha ragione Dostoevskij». E sul libero arbitrio: "Siamo liberi. Dio ci ha lasciato liberi di fare bene o male. Forse qualcuno si scandalizza, ma la possibilita' di essere perdonato e' un diritto umano, tutti noi abbiamo diritto a essere perdonati se lo chiediamo. Se hai debiti con la societa', arrangiati per pagarlo, ma con il perdono. Il padre aspettava il figlio per il perdono, ma lui non lo sapeva".

Un monito contro la violenza verbale: Il problema dell'aggressivita' sociale e' stato studiato bene da psicologi e quindi non ne parlo. Sottolineo solo quanto e' cresciuto il numero dei suicidi giovanili. C'e' un'aggressivita' che scoppia, pensa al bullismo nelle scuole, e' un problema sociale, non di una sola persona. L'aggressivita' va educata, c'e' un'aggressivita' positiva e' una distruttiva". Il "chiacchiericcio" alimenta l'aggressivita', ha aggiunto: "Comincia con una cosa piccola, con la lingua, con il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio nelle famiglie, tra le persone distrugge l'identità".

"Pregare - ha aggiunto - è quello che fa il bambino quando si sente impotente, papà, mamma: questo è il primo grido della preghiea", ha risposto Bergoglio. "Ma se non hai papà o la mamma vicino, non sai gridare, non sai chiedere. Pregare significa guardare i propri limiti, bisogni peccati, 'papà guarda, il tuo sguardo mi purifica, mi dà forza'. Per noi cristani pregare è incontrare papà, questa parola non la ho inventata io, noi gli diciamo 'papà', non padre. Se dici papà a Dio, significa che stai andando bene. Se invece pensi che ti annienterà nell'inferno, che se ne infischia della tua vita, la tua religione sarà superstizione".

"I bambini - ha proseguito - nel loro sviluppo psicologico passano per quella che si chiama l'età dei perché: si svegliano, vedono la vita e non cpiscono e chiedono al papà 'perché', ma se guaridmao bene il bambino non aspetta la risposta del papà, fa subito un altra domanda: quello che vuole il bambino è che lo sguardo del papà sia su di lui, e questo mi dà sicurezza. Pregare un po' tutto questo".

Poi un omaggio agli altri Papi:  "I Papi di prima erano santi, io non me la cavo, non sono tanto santo, per questo ho bisogno dei rapporti umani", e "per questo non sono andato negli appartamenti vaticani": perche' "l'amicizia mi fa forza, e ne ho bisogno, non ne ho tanti amici, sono pochi, ma sono veri". Poi la conclusione: “Pregate per me, ne ho bisogno, e se qualcuno di voi non prega, almeno mi mandi dei buoni pensieri".