Omicidio Molteni: arrestato il killer ma mancano movente e mandante

L’omicidio nel Comasco. In manette sospettato e presunto complice di PAOLA PIOPPI

Rilievi dei carabinieri (Archivio)

Rilievi dei carabinieri (Archivio)

Carugo, 22 marzo 2016 - Una serie di elementi, messi in fila uno dopo l’altro, hanno portato ieri mattina all’arresto di Michele Crisopulli, quarantacinquenne di Cesano Maderno, ritenuto da Procura e inquirenti l’esecutore materiale dell’omicidio di Alfio Molteni, avvenuto la sera del 14 ottobre scorso. Pochi minuti prima della 21, l’architetto con studio a Mariano Comense, era stato raggiunto alla gamba da un colpo di arma da fuoco, che gli aveva reciso l’arteria femorale. Una calibro 38, o una 357 Magnum, entrambe compatibili con il proiettile recuperato dai medici che hanno tentato di operare il cinquantottenne.

Nelle perquisizioni svolte ieri nelle abitazioni di persone legate ai due arrestati, è stata trovata una 357 che potrebbe essere compatibile, regolarmente denunciata, che ora sarà comparata per capire se si tratta dell’arma utilizzata per l’omicidio. Esploso dall’alto verso il basso, dirà l’autopsia, e fin da subito l’impressione degli inquirenti era stata di un colpo sfuggito di mano, un’intimidazione andata ben oltre le intenzioni. Quella sera, a Carugo erano arrivati in due, ma per il momento gli elementi raccolti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, che anno lavorato assieme al Ros di Roma, Reparto Crimini Violenti, coordinati dal sostituto procuratore di Como Pasquale Addesso, sono sfociati nell’accusa di omicidio al solo Crisopulli. Quella sera sarebbe stata accertata anche la presenza di Stefano Posca, 27 anni, anche lui di Cesano, ma solo successiva, per quanto riguarda l’incendio dell’auto utilizzata per fuggire dal luogo dell’omicidio, una Volkswagen Polo di proprietà del figlio di Molteni.

L'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Como Maria Luisa Lo Gatto, che ieri mattina li ha portati al Bassone, parla di omicidio aggravato, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma da sparo, rapina aggravata dell’auto e danneggiamento seguito da incendio per Crisopulli, mentre le accuse a carico di Posca si limitano al danneggiamento della Polo incendiata. Capire chi fosse la seconda persona presente a Carugo quella sera, è ancora un capitolo da affrontare: se Crisopulli avrebbe lasciato dietro di sé una serie di tracce, che poco alla volta sono state riunite e messe in fila, lo stesso non si può dire della seconda persona che quella sera era presente sul luogo dell’omicidio. Soprattutto, per dare una spiegazione a ciò che è accaduto la sera del 14 ottobre, manca un aspetto fondamentale: il movente. Crisopulli viene infatti ritenuto solo un esecutore materiale, incaricato molto probabilmente di compiere un atto intimidatorio molto forte, senza conoscerne le motivazioni. Chi lo ha incaricato di fare quel lavoro, finito nel peggiore dei modi, è ancora da individuare.