Raffaella Ragnoli e l'omicidio del marito Romano Fagoni: "Ho difeso mio figlio"

Nuvolento (Brescia), lo sfogo della casalinga 56enne: "Temevo che avrebbe fatto del male a mio figlio. Quando l’ho visto puntare il coltello non ci ho visto più"

Una foto tratta dal profilo Facebook di Romano Fagoni, la vittima

Una foto tratta dal profilo Facebook di Romano Fagoni, la vittima

Nuvolento (Brescia) - «Ho avuto paura per mio figlio, temevo che gli avrebbe fatto del male. Quando l’ho visto puntare il coltello non ci ho visto più". Oggi Raffaella Ragnoli, la cinquantaseienne casalinga di Nuvolento, nemmeno quattromila abitanti sulla via per il Garda, potrà spiegare la sua verità anche al giudice, davanti al quale comparirà per l’interrogatorio di convalida. Se riterrà, potrà raccontare che cosa l’ha portata sabato sera a porre fine alla vita di Romano Fagoni, 60 anni, l’uomo che aveva sposato 30 anni prima e che l’aveva resa mamma due volte, e che ha ammazzato a coltellate puntando alla gola. Non meno di sei fendenti, di cui uno ha reciso di netto la carotide. Tutto sotto gli occhi del secondogenito della coppia, 15 anni, che cenava con mamma e papà un attimo prima che a casa, in cucina, si materializzasse l’inferno.

Il primo a correre fuori dall’abitazione disperato per chiedere aiuto è stato proprio il ragazzino, studente modello all’Itis Castelli in città con la passione per la letteratura, tanto che si era appena messo in tasca il primo premio di un concorso narrativo. Quando sarà in condizione di riavvolgere il nastro della sera più terrificante della sua breve esistenza, avrà un peso importante per capire quale sia stato il punto di rottura in quella famiglia all’apparenza ordinaria, senza particolari problemi economici - così hanno assicurato amici e parenti -, nell’album dei ricordi tante passeggiate in montagna e vacanze al mare condivise. Quando i carabinieri le hanno infilato le manette su disposizione del pm di turno Flavio Matrototaro la signora, dedita alla casa, alle collaborazioni domestiche per arrotondare, al volontariato in parrocchia e all’anziana suocera che alloggiava nell’appartamento a piano terra della cascina di proprietà, ha riferito di essere esplosa al culmine di periodo di tensioni e liti continue con il marito.

Operaio metalmeccanico in un’azienda nel vicino centro di Ponte San Marco, a suo dire carattere puntiglioso, autoritario e al limite del maltrattante, Fagoni con il tempo sarebbe entrato in urto frontale non solo con la moglie, ma anche con i figli (la maggiore, 26 anni, vive da anni per conto proprio a Gardone Riviera). All’inizio di gennaio era finito in ospedale per un infarto. Si era ripreso velocemente, pare fosse anche già tornato al lavoro, ma i medici gli avevano imposto una dieta stringente, e divieto assoluto di alcol, e il regime severo lo rendeva nervoso.

Al clima "insopportabile" si era aggiunta ultimamente anche l’incombenza dell’anziana madre della vittima, non più autosufficiente e sulle spalle di Raffaella, che la accudiva a tempo pieno con l’aiuto della cognata. Venerdì sera marito e moglie sono usciti a mangiare una pizza a Nuvolento. Sabato mattina sono stati a passeggiare a Salò, sul lago di Garda, per il consueto giro al mercato. La sera, mentre cenavano con il figlio, durante l’ennesima lite per questioni banali, Fagoni avrebbe preso a insultare e minacciare con una lama anche il ragazzino. La donna ha afferrato un grosso coltello da cucina, e l’ha zittito per sempre.