Scuola, Gelmini: "L'obiettivo del Governo è arrivare al 100% in presenza prima possibile"

Iniziato l'incontro tra ministri ed enti locali sul tema delle riaperture del 26 aprile

Misurazione della temperatura a scuola

Misurazione della temperatura a scuola

Roma - Secondo una prima bozza del nuovo decreto, "dal 26 aprile e fino alla conclusione dell'anno scolastico 2020-2021, è assicurato in presenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l'infanzia" e "dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nonché delle attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado" almeno "per il 50 per cento della popolazione studentesca". 

In zona gialla e arancione la didattica in presenza deve essere garantita "ad almeno il 60% e fino al 100% della popolazione studentesca". Così nella bozza del dl Covid. "Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano - si legge - forme flessibili nell'organizzazione dell'attivita' didattica affinché, nella zona rossa, sia garantita l'attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e, fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca, e, nelle zone gialla e arancione, ad almeno il 60 per cento e fino al 100 per cento della popolazione studentesca. La restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza". 

Queste dispozioni "non possono essere derogate da provvedimenti dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e dei Sindaci". La deroga "è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di deroga sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l'applicazione a specifiche aree del territorio".

Sono le prime indiscrezioni relative alla bozza del nuovo decreto legge. Una conferma è arrivata anche dall'incontro informale Stato-Regioni-ANCI-Upi. "L'obiettivo del governo è quello di arrivare quanto prima ad una presenza al 100% dei nostri ragazzi a scuola, per quanto riguarda ogni ordine e grado. Con il nuovo decreto diamo un chiaro segnale in questa direzione". Questo, secondo quanto si apprende, il messaggio della ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini. Oltre a Gelmini il ministro per i Trasporti e la mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, il ministro della Salute, Roberto Speranza, la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese e i rappresentanti della Conferenza delle regioni e degli Enti locali, Fedriga, De Pascale e Decaro. "La nostra volontà politica è quella di far terminare agli studenti l'anno scolastico in aula - avrebbe aggiunto Gelmini - Per raggiungere questo obiettivo, naturalmente, lavoreremo fianco a fianco con le Regioni e con gli enti locali, per aiutare gli istituti e per rafforzare il sistema del trasporto pubblico". 

Le richieste delle regioni

Dal canto loro le regioni sono arrivate all'incontro con una richiesta: rispettare il criterio dell'autonomia scolastica, prevedere differenziazioni da regioni a regioni, lasciare la possibilità di decidere a chi può valutare la situazione sul territorio. Prima dell'incontro con il governo, i presidenti di Regioni hanno fatto il punto in una riunione politica sul tema della scuola. La richiesta che verrà avanzata all'esecutivo è quella di assicurare un criterio di flessibilità I presidenti di Regione si impegnano a garantire almeno il 50% delle presenze degli studenti in classe. Ma chiederanno la possibilità di deroghe, legate soprattutto a quegli edifici che non possono adattarsi alle norme che scatteranno dal 26 aprile. "Un conto è preservare il rispetto delle regole in un ristorante, un altro è pretenderlo per le scuole", il ragionamento di un presidente di Regione.