Covid, no vax raddoppiati sui social: lo studio della Fondazione Mesit

Gruppi organizzati per insinuare il seme del dubbio, creare convinzioni antiscientifiche e complottistiche. E c'è anche il commercio di falsi Green pass

Roma, 20 dicembre 2021 - No vax, cresce l'allarme sul web.  Dai falsi Green pass al dissenso organizzato, su social e sulle App di messaggistica si nasconde una vera e propria 'regia no-vax', gruppi organizzati per insinuare il seme del dubbio, creare convinzioni antiscientifiche e complottistiche e addirittura organizzare un commercio di falsi Green Pass sfruttando Telegram. E' quanto emerge dal secondo rapporto su Fake news e Vaccinazione Covid -19, realizzato dalla Fondazione Mesit (Medicina sociale e innovazione tecnologica). 

Secondo il report, in particolare sono più che raddoppiati gli utenti no-vax in sei mesi. Lo studio certifica infatti una crescita dell'interesse sui social e le varie App, soprattutto di quanti sono contrari alle vaccinazioni. In particolare, a fine novembre 2021 (solo su Facebook e Telegram) sono stati rilevati oltre 1,2 milioni di utenti che seguono pagine, canali o gruppi a tema vaccini. Di questi, il 58% - ovvero 703mila utenti - segue canali di diffusione di teorie dichiaratamente no-vax. Tra maggio e novembre 2021, il numero di utenti con orientamento no-vax nei confronti dei vaccini contro Covid-19 è più che raddoppiato, crescendo del 130% in sei mesi: a fine novembre sono 358mila. L'analisi ha inoltre rilevato 194 pagine e gruppi su Facebook dedicati ai vaccini, per un totale di 830mila iscritti (+17% da maggio a novembre 2021). Nel periodo in esame, crescono gli utenti che seguono pagine o gruppi con orientamento no-vax: l'aggiornamento ne ha rilevati 471mila, +13% da maggio a novembre. In crescita (+8%) anche gli utenti Facebook follower di pagine no-vax nei confronti dei vaccini contro Covid-19 (126mila). 

Lo studio, realizzato in collaborazione con l'Eehta del Ceis di Tor Vergata, il Crispel - Università di Roma Tre e Reputation Manager, e presentato durante l'annuale convegno del network PreSa dal titolo 'Disinformazione pandemica. Le nuove sfide per l'informazione global', svela che dietro l'infodemia legata al Covid-19 si nasconde spesso "una regia attenta e specializzata, che sta manipolando le opinioni di migliaia di utenti". "A dir poco inquietante - evidenzia il report - è lo scenario che si nasconde dietro il tema Green pass, con 877mila utenti attivi in pagine, gruppi o canali a tema certificazione verde, il 97% dei quali segue canali con orientamento contrario al Green Pass (850 mila)". Lo studio mette in luce come la principale piattaforma di comunicazione dei no Green pass si conferma essere Telegram, che in Italia ospita 660mila utenti contrari al certificato, mentre sono 190mila su Facebook. Sono 49 i canali o gruppi Telegram contrari al Green pass e quasi uno su due (45%) si occupa di vendere certificati falsi. Un canale/gruppo su tre, invece, si occupa di organizzare manifestazioni e proteste (29%). Non mancano un 8% di canali che segnalano locali, ristoranti o esercizi commerciali che non chiedono il Green pass. Un restante 6% di questi canali è invece gestito da studenti.

"Le reti sociali hanno permesso un enorme progresso - fa notare Carlo Colapietro,  Direttore del Crispel Università di Roma 3 - tutti hanno la possibilità di esprimere le proprie idee nell' agorà virtuale. Tuttavia, vi sono dei rischi. Troppa informazione potrebbe portare alla disinformazione, mediante la diffusione di fake news e l'incitamento all'odio. Bisogna quindi riflettere e cercare delle soluzioni al fine di preservare il free speech senza incorrere in violazione di altri diritti. Davvero meritoria l'iniziativa promossa dalla Fondazione Mesit di portare l'attenzione sul tema della disinformazione e sarebbe auspicabile la costituzione di un tavolo di lavoro che si occupi di avanzare proposte per la mitigazione del fenomeno delle fake news".

"I movimenti NoVax e No Green Pass stanno acquisendo maggiore consapevolezza degli strumenti messi a disposizione della rete", spiega Andrea Barchiesi, fondatore e amministratore delegato di Reputation Manager. "I dati mostrano che sempre più utenti si spostano su Telegram, perché qui si sentono meno controllati rispetto ad altre piattaforme come Facebook. Inoltre, qui trovano più facilmente la risposta a una loro esigenza contingente: acquistare certificati falsi, un'attività letteralmente esplosa negli ultimi mesi". 

"Questi dati ci ricordano una volta di più quanto sia diventata ardua la sfida alle fake news - aggiunge Marco Trabucco Aurilio - Presidente della Fondazione Mesit e professore di medicina del lavoro dell'Università del Molise. Oramai una vera e propria pandemia virtuale che purtroppo sta provocando quotidianamente vittime nella vita reale. C'è bisogno dell'impegno di tutti dalle istituzioni, che devono mettere in campo strumenti legislativi ed operativi efficaci, ma anche e soprattutto di chi si occupa di comunicazione che mai come in questo momento storico ha una grande  responsabilità nei confronti della salute dei cittadini. Da sempre la convention del network PreSa vuole essere un momento di incontro fra gli stakeholder, una giornata di confronto e dialogo che ci aiuta a capire dove siamo e come possiamo migliorare il sistema salute nel suo complesso".