'Ndrangheta, interrogato il sindaco di Seregno Edoardo Mazza

Il politico di Forza Italia non si è avvalso della facoltà di non rispondere

Il sindaco di Seregno Edoardo Mazza dopo l interrogatorio davanti al Gip

Il sindaco di Seregno Edoardo Mazza dopo l interrogatorio davanti al Gip

Monza, 29 settembre 2017 - Due ore d'interrogatorio, in Tribunale a Monza, per Edoardo Mazza, ormai ex sindaco di Seregno (Monza), ai domiciliari per corruzione a seguito della maxi inchiesta della Procura di Monza e della Dda di Milano su infiltrazioni dell'Ndrangheta nel mondo della politica e dell'imprenditoria in Brianza.

"Il sindaco ha chiarito la posizione, il suo punto di vista ed ha evidenziato delle criticità che dal nostro punto di vista sono emerse nell'inchiesta" ha detto il suo avvocato, Antonino De Benedetti. Rispetto alla frase intercettata di Mazza "ogni promessa è un debito", che secondo gli inquirenti era relativa alla promessa fatta dal sindaco all'imprenditore Antonino Lugarà di agevolarlo, l'avvocato ha detto che il suo assistito "ha precisato anche quella". "Una definizione poco elegante", per il legale, la considerazione del Pm Salvatore Bellomo sul rapporto tra Mazza e Lugarà: "l'imprenditore parlava al sindaco come al suo zerbino"». L'avvocato ha presentato istanza per la revoca dei domiciliari, su cui dovrà pronunciarsi il gip Pierangela Renda.

Secondo l'accusa formulata dai pm di Monza Salvatore Bollomo e Giulia Rizzo, coordinati dal procuratore Luisa Zanetti, Mazza sarebbe stato eletto grazie a un pacchetto di voti sicuri rastrellato sul territorio dall'imprenditore edile Antonino Lugarà, ora in carcere. In cambio avrebbe garantito al costruttore il via libera della giunta comunale di Seregno alla realizzazione di un centro commerciale nell'area cosiddetta ex Orto, sul territorio della cittadina.

Il vicesindaco Giacinto Mariani, della Lega Nord, considerato dagli inquirenti il vero "padrone" della giunta comunale, è stato interrogato ieri: per i pm, Mazza sarebbe stato una sua "pedina". Il gip si è riservato di decidere sulla interdizione ai pubblici uffici di Mariani all'esito di tutti gli interrogatotri che si concluderanno giovedì prossimo. Uno scandalo che ieri ha portato alle dimissioni in blocco dell'intero consiglio comunale di Seregno, ora gestito dal commissario prefettizio Antonio Cananà.  Lugarà, definito dagli inquirenti il "dominus" del cosiddetto "sistema Seregno", è stato interrogato ieri dallo stesso gip Renda, respingendo ogni accusa. "Ho sempre agito in perfetta onestà", è stata la sua linea difensiva.