E' morto a 92 anni il giornalista e telecronista sportivo Tito Stagno. Popolarissimo volto storico della Rai, a lui sono legati molti momenti topici della vita e della "narrazione" dei fatti nel nostro Paese. Il momento forse più celebre risale al 1969, quando, la sera del 20 luglio, raccontò e commentò in diretta la missione Apollo 11 e l'allunaggio. A commentarla insieme a lui c'era, da Houston, il giornalista Ruggero Orlando: i due ebbero in diretta un battibecco sul momento esatto dell'arrivo degli astronauti americano sul suolo lunare. da analisi successive delle registrazioni è emerso che Tito Stagno annunciò l'allunaggio con 56 secondi di anticipo e Orlando con circa 10 secondi di ritardo. Quel "toccato" è comunque rimasto nell'immaginario collettivo degli italiani. In seguito, si è dedicato alla cronaca sportiva, sempre per la Rai, di cui è stato per anni uno dei volti più riconoscibili e apprezzati.

La carriera
Nato a Cagliari nel 1930, primo di otto fratelli, lavora alla radio giovanissimo: a 19 anni comincia una delle carriere più straordinarie della storia della televisione. È il telecronista delle visite dei Capi di Stato in Italia, comprese quelle dei reali d'Inghilterra e di John Fitzgerald Kennedy, e dei gravi fatti d'America del 1963 e del 1968. È l'inviato al seguito di due papi (Giovanni XXIII e Paolo VI) e di due presidenti della Repubblica (Antonio Segni e Giuseppe Saragat). Al seguito di Paolo VI realizza le telecronache dalla Terrasanta, dalla Colombia e da New York.
È stato uno dei più popolari conduttori del telegiornale negli anni sessanta e nei primi anni settanta. Nel 1961 fu il telecronista che commentò il primo volo di Jurij Gagarin intorno alla Terra. Il fervore e l'esattezza con cui parlò dell'impresa ebbero tali consensi da indurre i dirigenti Rai ad affidargli le trasmissioni in diretta e i servizi del telegiornale in occasione di tutti i lanci di sonde spaziali o astronavi pilotate. Conobbe gli artefici principali della conquista della Luna e poté vedere nascere le macchine che avrebbero portato l'uomo sul satellite. Per 17 anni è poi stato responsabile dello Sport su Rai Uno. Cura la trasmissione La Domenica Sportiva (dal 1976 al 1991 con Carlo Sassi e dal 1991 al 1993 con Alfredo Pigna) oltre a esserne anche il conduttore, insieme ad altri, dal 1979 al 1981 e nella stagione 1985-1986. Andato in pensione, ha continuato a scrivere per L'Eco di Bergamo e la Gazzetta di Parma.
