Quattordici morti, i tuffi fanno una strage

In Lombardia una tragedia quasi ogni due giorni negli ultimi due mesi: dai grandi laghi, ai fiumi ai canali i bagni mietono vittime

Soccorsi a Lierna (Locatelli)

Soccorsi a Lierna (Locatelli)

Milano, 19 agosto 2020 - Sono quattordici le vittime in poco meno di due mesi di caldo torrido in fiumi e laghi lombardi. Un bollettino di guerra che conta un lutto ogni due giorni in acque non sorvegliate, in un “mare“ fai-da-te senza regole e, proprio per questo, più pericoloso. Non a caso le vittime sono spesso stranieri, che cercano in un tuffo senza pretese il loro spicchio di vacanza alla portata di ogni tasca. La prima vittima, il 19 luglio, è David Da Silva, brasiliano di 34 anni residente a Milano morto nel lago di Annone (Lecco) dopo un bagno diventato subito tragedia. Tre giorni dopo il Lario fa un’altra vittima e dopo altri tre addirittura due: la prima, Patrizio Antonio Catena, 23 anni, affogato per aiutare un amico in difficoltà a Lierna; in serata tocca a Jean Carlo Falconi Zambrano, ecuadoregno di 26 anni che abitava a Pioltello, morto tuffandosi dalle gallerie del Moregallo, chiuse proprio perché in quel punto i tuffi sono assolutamente vietati.

Agosto si apre con la morte di una donna di 46 anni annegata nella roggia Fusia a Capriolo (Brescia) e la lunga scia di tragedie, per ora, si chiude a Ferragosto con la morte di un tredicenne di origine egiziana che si tuffa nel Verbano, a Germignaga (Varese), senza più riemergere. In mezzo una scia di croci, ma anche di piccoli atti di eroismo, alcuni comunque vani, o di generosità, seppure postuma, come accade per il caso di Tamba Camara, 20 anni, originario del Gambia annegato a Faggeto Lario: per il rimpatrio della salma l’Opera Don Guanella, dove era ospite, ha aperto una sottoscrizione: i primi a donare sono stati proprio gli amici del Lido di Faggeto.