REDAZIONE CRONACA

Paura di chiudere o sete d’affari: così le aziende cedono alla mafia

Monza, gli imprenditori si confessano: collusi per credito e lavoro di FABIO LOMBARDI

Una trattativa tra affiliati in Brianza documentata dai carabinieri

Monza, 5 febbraio 2016 - Per paura, ma anche per convenienza. Così le imprese brianzole diventano colluse con mafia e ’ndrangheta. E a dirlo sono gli imprenditori stessi (400) interpellati dalla Camera di commercio della Brianza nell’ambito di un’indagine sulla legalità. «La maggioranza degli imprenditori lombardi crede che la presenza delle organizzazioni criminali di stampo mafioso in Lombardia sia un fenomeno favorito dalle infiltrazioni della malavita nella Pubblica Amministrazione per ottenere appalti (53,3%). Per circa un imprenditore lombardo su 4 (19,9%) si tratta di un fenomeno naturale, legato alla ricchezza economica della Regione. Il 14,9% infine, ritiene che mafia e ‘ndrangheta nel Nord del Paese siano derivate dalla presenza di detenuti al confino nel passato», ha spiegato il segretario generale della Camera di commercio di Monza, Renato Mattioni presentando l’indagine.

Il fenomeno delle organizzazioni criminali preoccupa soprattutto in relazione alla crisi che, secondo gli imprenditori lombardi, ha avvantaggiato mafia e ‘ndrangheta offrendo un più «facile credito» (59,6%) e possibilità di commesse e lavoro (34,8%). Il 35,9% ritiene che i colleghi collusi con mafia e ‘ndrangheta «cedano» per non chiudere l’attività, mentre il 31,6% crede che le collusioni non siano frutto di necessità, ma siano invece causate dalla voglia di incrementare affari. Del resto nel 2014 lo aveva detto anche il procuratore aggiunto Ilda Boccassini illustrando l’indagine che aveva portato alla scoperta della «Banca clandestina della ’ndrangheta» a Seveso. «Ancora una volta, abbiamo trovato imprenditori usurati e malmenati che hanno preferito non denunciare. E non solo per paura, ma anche per convenienza», disse la Boccassini.

Di sicuro il radicamento della ’ndrangheta al Nord è ormai innegabile. «La ’ndrangheta lombarda è potente quanto quella calabrese dalla quale, per questo, ha cercato più volte di affrancarsi», ha detto Giuseppe Airò, magistrato e presidente facente funzione del Tribunale di Monza al convegno «Legalità e lotta alle mafie» al quale sono intervenuti anche Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza , Giovanna Vilasi, Prefetto della Brianza, Gian Antonio Girelli presidente Commissione speciale antimafia Regione Lombardia, don Marcello Cozzi responsabile nazionale di Sos Giustizia-Libera e lo scrittore Luca Scarpetta.