Milano, limite a 30 all'ora in tutta la città. Da quando, motivazioni, vantaggi

Sì all’idea di creare la più grande area a mobilità slow d’Italia. Obiettivi della proposta: sicurezza e meno smog. Ma c’è ancora molto da fare

Così come hanno fatto Parigi e Bruxelles, Milano potrebbe diventare una Zona 30

Così come hanno fatto Parigi e Bruxelles, Milano potrebbe diventare una Zona 30

Milano -  Milano potrebbe estendere a tutte le sue strade il limite di velocità dei 30 chilometri orari. Potrebbe diventare un’unica grande Zona 30. Anzi: la più grande Zona 30 del Paese. Lo scenario non è imminente e neppure così scontato, ma da ieri è sicuramente più vicino. Il Consiglio comunale ha infatti approvato un ordine del giorno che invita il sindaco Giuseppe Sala e la sua Giunta "a proclamare Milano 'Città 30' " istituendo il già menzionato limite di velocità in tutto "l’ambito urbano a partire dal primo gennaio del 2024": tra un anno. L’ordine del giorno è stato firmato e presentato da 27 consiglieri comunali di maggioranza, a partire da Marco Mazzei, consigliere della Lista Sala.

I modelli

I firmatari si richiamano a quanto è stato deciso già "dall’agosto del 2021" a Parigi e Bruxelles, che hanno imposto il limite dei 30 chilometri orari facendo registrare risultati incoraggianti, tutti elencati dai fautori della svolta: "È aumentato il rispetto dei limiti di velocità – si rimarca nell’ordine del giorno –, i morti si sono più che dimezzati, si sono ridotti in modo significativo i feriti gravi, in generale la gravità degli incidenti è calata drasticamente, è diminuito di oltre la metà l’inquinamento acustico da traffico e, a fronte di tutti questi benefici, i tempi di percorrenza veicolare non sono aumentati in nessuna fascia oraria rispetto all’epoca pre-Covid". Non solo: "Altre città europee hanno fatto e stanno facendo scelte analoghe – fanno presente i 27 consiglieri comunali –, tra le quali: Graz, Grenoble, Helsinki, Valencia, Zurigo, Lille, Bilbao e Londra".

In Italia, prima di Milano, si è mossa soltanto Bologna, che ha appena avviato l’iter per diventare “Città 30“, un progetto per il quale è stato stanziato un apposito budget. L’ordine del giorno, in quanto tale, è un atto di indirizzo, quindi non ancora esecutivo. Ma ha riscosso un ampio consenso nella maggioranza di centrosinistra e i fondi del Pnrr potrebbero facilitare ed accelerare il raggiungimento dell’obiettivo. Grazie alle risorse europee, infatti, Milano ha già messo in conto di superare la soglia dei 400 chilometri di strade consacrate alla mobilità dolce tra Zone 30, piste ciclabili e bike line.

Le ragioni 

Intanto Mazzei non nasconde la soddisfazione. "Si tratta di un passaggio fondamentale, storico vorrei dire, verso la realizzazione di una città completamente diversa – dice il primo firmatario dell’ordine del giorno approvato ieri –: il limite dei 30 chilometri orari prima di tutto protegge la vita e la salute delle persone perché un impatto a 50 chilometri orari (limite attuale in città, ndr) è quasi sempre mortale per chi lo subisce da pedone o da ciclista, mentre a 30 no. Poi migliorano la qualità dell’aria e il benessere della città. Il limite dei 30 permette, infine, scelte più radicali sulla gestione dello spazio pubblico e sull’idea stessa di strada: se tutti andiamo piano le strade e gli spazi potranno essere sempre più spesso condivisi in sicurezza. Durante l’anno di tempo concesso dall’ordine del giorno per attuare la svolta, lavoreremo soprattutto sulla comunicazione di questa misura e sull’ingaggio delle cittadine e dei cittadini".